sabato 3 maggio 2014

Primo maggio senza lavoro

Editoriale Radio Onda Libera del 2 maggio 2014

Primo maggio, l'allarme lavoro. Oppure la festa della disoccupazione. O ancora basta con annunci, servono i fatti. Questi i titoli per sintetizzare la giornata di ieri, pronunciati dai leader dei sindacati, dal presidente della Repubblica e dalle altre istituzioni. Le manifestazioni si sono tenute un po' dappertutto, dal Nord al Sud della penisola, particolarmente affollate nei luoghi simbolo delle crisi di fabbriche che chiudono, che licenziano, che soffrono come non mai. 
La segretaria della Cgil ha rivolto un accorato appello al governo affinché si abbia il coraggio di passare a una stagione vera di investimenti per il lavoro. Servono un governo e una politica di fatti, non solo di annunci ma di riforme che cambino a fondo il Paese. Servono "qualche sorriso in meno e qualche speranza in più per il mondo del lavoro". "Deve essere un Primo maggio di speranza - ha detto Bonanni  della Cisl - che l'Italia possa andare avanti cambiando e ripartendo dalla produzione. Il lavoro si crea con buona occupazione non inventando altre leggi". Sulla stessa lunghezza d'onda Angeletti della Uil il qualche ha detto che gli italiani hanno perso l'illusione che possano esserci crescita e sviluppo senza fabbriche. Il capo dello Stato nel consueto discorso ha parlato di allarme lavoro perché ci sia una reazione forte in positivo e non una rassegnazione. Chiudiamo con un tweet di Papa Francesco con cui chiede a quanti hanno responsabilità politica di non dimenticare due cose: la dignità umana e il bene comune.
A nostro avviso come non sottoscrivere queste parole? E anche quelle espresse dai leader sindacali. Con una sola amarezza, che purtroppo sono solo parole, e in questo momento la gente, le famiglie, i giovani vogliono i fatti.


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