Editoriale Radio Onda Libera del 7 febbraio 2014
Tre le ipotesi sul tavolo della politica nazionale dopo l'ultimatum di quindici
giorni dato ieri da Renzi a Letta. O si cambia passo oppure si cambia tutto.
Tempo due settimane: tante ne ha il premier Letta per scegliere come
rilanciare l’azione del suo governo. Il 20 febbraio la direzione del Pd si
riunirà di nuovo per decidere ‘che fare’. E a quel punto tutte le chance
sono aperte.
La prima: Letta bis, ipotesi che però piace poco al segretario Pd e
non solo a lui per la verità. La seconda: governo Renzi, a oggi più possibile,
da vedere se ce ne saranno le condizioni, ovvero se la legge elettorale sarà
stata licenziata senza scossoni da Montecitorio entro il 20 febbraio. La terza:
il voto anticipato, ipotesi alquanto peregrina, anche se tutti nel Pd tendono a
escluderla, il sindaco-segretario la agita in caso l’Italicum facesse una brutta
fine, stritolato da veti incrociati e franchi tiratori.
Queste le
conclusioni della direzione del Pd di ieri. L'atmosfera era di gelo, lo stesso
che si vive da settimane, e nel mirino ovviamente c'è stato e c'è il governo e
soprattutto la sua politica del galleggiamento. Gli interventi sono stati tutti
nella stessa tendenza, il governo dica quello che vuole fare e soprattutto
cominci a fare qualcosa per il Paese. Insomma Letta sta sentendo, e molto,
anche la solitudine attorno a Palazzo Chigi. La palla il Pd gliel'ha rimbalzata,
ora lui deve decidere. Certo, non è passato inosservato che durante la direzione
nessuno sia premurato di difenderlo un po'.
Comunque, da quanto emerso e
raccontato in sintesi, pare proprio che la vita del governo sia appesa
all'ultimatum dato dal segretario. E il fatto lo riteniamo positivo perché così
non ha proprio senso andare avanti, la situazione di stallo peggiora le già
precarie condizioni di salute del Paese. E il 20 febbraio può darsi che si
chiuderà un ciclo e si aprirà una nuova stagione.
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