Editoriale Radio Onda Libera del 5 febbraio 2014
Corruzione: in Italia, secondo un rapporto dell'Unione europea, ha un costo di 60
milioni all'anno, la metà dell'intera Europa. Il primo report della
Commissione è veramente impietoso con il nostro Paese: conflitto d'interesse, leggi ad
personam, lunghezza dei processi e conseguente prescrizione, collusioni tra
politica, imprenditoria e criminalità, appalti truccati.
Tra le pagine
dello studio emerge che la nuova legge italiana contro la corruzione "lascia
irrisolti" vari problemi perché "non modifica la disciplina della prescrizione,
la legge sul falso in bilancio e l'autoriciclaggio e non introduce reati per il
voto di scambio".
La corruzione in Italia vale 4% del Pil nonostante la
"legge anticorruzione" adottata nel novembre 2012 e "gli sforzi profusi per
combattere il fenomeno, questo "rimane preoccupante" secondo la Commissione Ue,
ricordando che il suo valore in Italia è di circa 60 miliardi all'anno,
esattamente come detto la metà dell'intero ammontare in tutti i paesi
europei.
La Commissione Ue non è tenera neanche con la nostra classe politica. "In Italia i legami tra politici, criminalità organizzata e imprese, e
lo scarso livello di integrità dei titolari di cariche elettive e di governo
sono tra gli aspetti più preoccupanti, come testimonia l'alto numero di indagini
per corruzione", si afferma nel primo report sulla corruzione in
Europa.
La relazione di Bruxelles, nella parte dedicata all'Italia,
rileva come "negli ultimi anni sono state portate all'attenzione del pubblico
numerose indagini per presunti casi di corruzione, finanziamento illecito ai
partiti e rimborsi elettorali indebiti, che hanno visto coinvolte personalità
politiche di spicco e titolari di cariche elettive a livello regionale".
Scandali che hanno portato a una serie di dimissioni, anche di leader e di alte
cariche di partito, a elezioni regionali anticipate in un caso, e hanno spinto
il governo a sciogliere alcuni consigli comunali per presunte infiltrazioni
mafiose. La Commissione europea pubblica quindi le raccomandazioni per
invertire la tendenza. Al nostro Paese si chiede di "rafforzare l'integrità per
i rappresentanti eletti attraverso codici etici", includendo "responsabilità"
per i diretti interessati.
Questa notizia della corruzione richiama alla
mente quello che è accaduto oltre vent'anni fa quando ci fu Tangentopoli, quando
si scoprì la voragine del finanziamento illecito e i politici non fecero nulla
per eliminarlo. Quindi oggi come ieri. Come se nulla fosse accaduto.
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