domenica 16 febbraio 2014

Il Pd alla prova primarie:
il centrodestra sta a guardare

Il punto del direttore del 16 febbraio 2014

Mentre a Roma sta succedendo di tutto e nel giro di una manciata di giorni, a dire tanto, cade un governo, si fanno le consultazioni e si rifà un altro governo, nelle periferie si "combatte" con le primarie per le segreterie regionali del Pd e con i tentativi di alleanze pensando alle elezioni di maggio. Il fermento che attraversa i partiti è reale, percepibile in tutte le sedi ma è soprattutto scontato a ridosso di ogni consultazione. Le primarie sono l'argomento principe e in Umbria la sfida è a tre, Giacomo Leonelli, Stefano Fancelli e Juri Cerasini.
Nella giornata di oggi restano aperti i 280 seggi e stasera si saprà chi guiderà il partito più importante della regione. I circoli però hanno già scelto Leonelli (64%), seguito da Fancelli (24) e Cerasini al 9. Ma quello che conta è il responso del popolo, del resto le primarie sono a vocazione popolare. Interessante sarà conoscere il dato della partecipazione perché le primarie si ripetono a distanza di poco più di due mesi da quelle per la segreteria nazionale che in Umbria hanno richiamato oltre 70mila elettori. Ora i pronostici della vigilia danno un calo di affluenza addirittura di oltre la metà. Se sarà così significa che sale la disaffezione verso questo strumento di democrazia forse perché se ne organizzano a scadenze ravvicinate e quindi c'è il rischio dell'abuso.

In realtà le primarie per essere efficaci necessitano di essere normate, disciplinate per legge, perché sono l'unico modo di selezione della classe dirigente dal momento che i partiti stanno diventando solo contenitori vuoti di idee e pieni di potere. Comunque vedremo quello che succederà da qui a qualche ora. Ma di primarie se ne continuerà a parlare, perché uno dei passaggi prossimi e decisivi nei vari centri sarà quello di individuare i candidati a sindaco. E su questo versante le spaccature sono profonde, con colpi bassi e sgambetti, sondaggi diffusi nei momenti meno opportuni e chiacchiere messe in circolazione ad arte. Intanto le forze politiche si stanno muovendo come trottole per siglare accordi e tentare alleanze. Il Pd nonostante sia disorientato per le divisioni interne continua a tenere la barra perché in molti comuni interessati dal voto è partito di maggioranza e di governo, quindi con la grande responsabilità di essere in un certo senso condannato ad amministrare.
Il centrodestra invece, lacerato dal recente divorzio tra i forzisti e gli alfaniani, appare sempre più in frantumi e ogni giorno si esercita nel tiro al bersaglio facendo girare nomi su nomi con la sola e unica intenzione di bruciarli. Da qui nell'agone politico lo schieramento si sta tenendo ai margini, quasi come se le elezioni di maggio non lo riguardassero. Per esempio a Perugia c'è da scommettere che, come al solito, all'ultimo momento piazzerà un candidato di bandiera, giusto per non "bucare" un evento così, non certo per provare a portare a casa un piazzamento utile. A Terni il centrodestra rischia di fare peggio, cioè di impallinare il proprio candidato, quello che aveva presentato in pompa magna e in forma ufficiale. Carte completamente coperte invece per il Movimento 5Stelle, il secondo partito della regione, che nei vari paesi della regione cercherà di sistemare un candidato anche solo per confermare la percentuale delle politiche di un anno fa e soprattutto per distinguersi da un vecchio e brutto modo di fare politica. A proposito di cattiva politica, da registrare l'ennesima brutta figura in tema di rimborsi ai politici. E' accaduta a Palazzo dei Priori, nel capoluogo umbro, dove Pier Luigi Neri del Partito dei comunisti italiani ha cercato di far passare un comma all'interno del regolamento comunale che prevedeva il solito rimborso benzina ai consiglieri. Per fortuna le critiche hanno avuto la meglio sulla proposta di un comunista il cui pensiero principale è intascare i rimborsi.
anna.mossuto@gruppocorriere.it
www.annamossuto.it

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