lunedì 6 gennaio 2014

Nove mesi passati invano

Editoriale Radio Onda Libera del 2 gennaio 2014

E' prassi ogni inizio anno dedicare spazio al discorso del presidente della Repubblica che il 31 sera a reti televisive unificate ha parlato agli italiani. Non ci sottraiamo a questo dovere. Ma prima ricordiamo in sintesi cosa ha detto il capo dello Stato. I concetti fondamentali sono un po' gli stessi di sempre, gli stessi che sentiamo ripetere da qualche tempo. Ci vuole coraggio per la ripresa, servono le riforme, i sacrifici devono toccare anche la politica, occorrono forti cambiamenti, e' necessario un cambio di passo tra i politici, nelle istituzioni, nei rapporti sociali..e via su questa linea. 
Frasi significative le rivolge agli italiani, come se volesse spronarli: "Il coraggio dei cittadini è in questo momento l’ingrediente decisivo per far scattare nel 2014 quella ripresa di cui l’Italia ha così acuto bisogno. Coraggio di rialzarsi, di risalire la china, il coraggio di praticare la solidarietà, ricordando l’esempio di Lampedusa. Coraggio infine di intraprendere e innovare".
Napolitano ha quindi invitato il governo a non fare troppi decreti legge e a realizzare le riforme che sono una priorità. Poi ha detto che nonostante le critiche e le polemiche resterà fino a quando c'è bisogno di lui. E fino a quando le forze glielo consentiranno. Comunque per non molto tempo ancora.
Fin qui, in breve, il succo del discorso presidenziale. Ora qualche considerazione. Il capo dello Stato è stato rieletto nonostante avesse fatto le valigie perché la classe politica non sapeva che fare, lui ad aprile si è sacrificato e ha accettato, prima volta nella storia repubblicana, il secondo mandato. Ma lo aveva condizionato a termine, alla realizzazione delle riforme, a cominciare da quella elettorale, a un governo che facesse qualcosa per far uscire il Paese dalla crisi o quanto meno le facesse intravedere la fine del tunnel.
Bene, a distanza di 9 mesi il bilancio a nostro avviso è stato deludente, le cose che erano state promesse non sono state fatte, la missione di Napolitano non è andata in porto. Dal presidente ci saremmo aspettati che alzasse la voce, che battesse i pugni sul tavolo minacciando le dimissioni se questa classe politica non dà dimostrazioni di responsabilità facendo quello che le è stato chiesto e che il Paese si aspetta. Ecco avremmo gradito che il capo dello Stato desse in diretta i 15 giorni o tre mesi di ultimatum al governo e al parlamento.

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