giovedì 23 gennaio 2014

Senza preferenze non è riforma

Editoriale Radio Onda Libera del 21 gennaio 2014

La legge elettorale spacca il Partito democratico. E' accaduto ieri pomeriggio alla direzione nazionale quando Renzi, il segretario, ha presentato la proposta di riforma, frutto dell'accordo con Forza Italia e Nuovo centrodestra. La diatriba è avvenuta sulle preferenze che la minoranza del Pd rivuole introdurre e i renziani no. La riunione si è conclusa con un duro scontro tra il segretario e Cuperlo, presidente del partito che ora medita di dimettersi dall'incarico.

Intanto c'è il voto all'Italicum, così è stata definita la riforma di legge elettorale, passata con 111 voti a favore e 34 astensioni. Ma il parto dell’Italicum è avvenuto in un clima nervoso, avvelenato, all'interno del Pd. Da parte della minoranza non c’è solo la richiesta delle preferenze, al posto delle piccole liste bloccate previste nel testo concordato con Alfano e Berlusconi. C’è la soglia per avere il premio di maggioranza, fissata al 35 per cento, che non andrebbe d’accordo con la sentenza anti-Porcellum della Consulta.
Ma vediamo in sintesi cos'altro prevede l'accordo: liste corte con candidati da inserire con le primarie, eventuale doppio turno di ballottaggio se non si raggiunge il quorum per ottenere il premio.
I tempi per l'approvazione secondo la road map di Renzi sono metà febbraio alla Camera ed entro maggio al Senato. Di pari passo con la legge elettorale anche il disegno di legge di trasformazione del Senato in Camera delle autonomie e la riforma del titolo quinto della Costituzione. Un pacchetto importante per cambiare l'architettura istituzionale del Paese.
Fin qui la cronaca di quello che è accaduto. Ora qualche breve commento. Allora, se l'iter è questo ciò significa che il governo durerà, tranne improvvise accelerazioni, fino al 2015. E questo a nostro avviso non è positivo se non si cambia marcia e si fanno le cose. Secondo, nel merito della riforma Renzi sta tradendo uno dei suoi principi, che era quello delle preferenze. La jattura del porcellum è proprio quello di nominare i parlamentari e non farli eleggere. Questa volta siamo d'accordo con la minoranza del partito. I cittadini hanno il diritto di scegliere da chi farsi rappresentare. Non reintrodurre le preferenze significa confezionare un'altra porcata ma in salsa renziana.

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