Editoriale Radio Onda Libera del 13 gennaio 2014
La nomina di monsignor Gualtiero Bassetti a cardinale è un fatto rilevante per
la Chiesa, per la città, per l'Umbria intera. Era nell'aria almeno da qualche
settimana ma la notizia è arrivata ieri qualche minuto dopo mezzogiorno
direttamente dalla voce dl Papa durante l'Angelus in piazza san Pietro.
Una notizia che testimonia una scelta sorprendente e di rottura perché
l'arcivescovo di Perugia non pensava e non sapeva di essere in corsa per la
porpora cardinalizia. Invece il Pontefice ha voluto proprio lui, questo vescovo arrivato dalla vicina Toscana cinque anni fa che si è subito distinto per essere un pastore semplice e umile in mezzo ai fedeli, in giro per le parrocchie.
Ma la nomina di Bassetti è significativa anche per la città
che da oltre un secolo e mezzo non aveva un cardinale a guidare l'archidiocesi.
L'ultimo come sappiamo fu Giocchino Pecci che poi diventò Papa Leone
tredicesimo. Ora Bassetti è cardinale ed è sfatato così anche il
discorso che vuole Perugia non nell'elenco delle sedi cardinalizie.
Per
la Chiesa umbra questa nomina rappresenta diversi riconoscimenti, in primis che
la strada intrapresa è quella giusta, quella che sta dalla parte dei poveri e
degli ultimi. E' la strada che Papa Francesco vuole che la sua Chiesa percorra
ed è disposto a farsi accompagnare in questo viaggio da uomini di fede come lui.
E Bassetti è uno di questi.
Pure la reazione alla nomina è stata in
sintonia con la sua personalità. "Un incarico così grande per me che uno piccolo
come me, che sono un due di briscola...", un'espressione che racchiude il
carattere di un vescovo che ha bene impressa la sua missione, a prescindere
dall'abito che indosserà.
Bene, l'Umbria da ieri è più ricca, perché il
legame del Pontefice con questa piccola grande terra è diventato più forte: non
solo il nome preso in prestito dal Poverello e la visita di grande intensità del
4 ottobre scorso, ora qui ha anche un suo cardinale. E tutti, dalle istituzioni
ai cittadini, dobbiamo essere orgogliosi di questo evento. Chiudiamo con la
convinzione che monsignor Bassetti non si monterà la testa, che anche con lo
zucchetto rosso non cambierà modi di fare e resterà quello di sempre.
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