Editoriale Radio Onda Libera del 7 gennaio 2014
La politica si sta rimettendo in moto, anche se per la verità non si è mai
bloccata. Comunque dopo le feste le questioni vengono riproposte nella loro
interezza. Una delle prime si chiama riforma della legge elettorale. E
il segretario del Pd Matteo Renzi ha messo sul tavolo tre proposte, il modello
spagnolo, la rivisitazione del mattatellum e il meccanismo dei sindaci. E su questo ha chiesto ai partiti di confrontarsi
Per oggi è
previsto il vertice di Forza Italia. E dalle risultanze dell'incontro si
avvieranno le riunioni con gli altri partiti. Quindi avanti tutta con la legge
elettorale. L'interlocuzione con Forza Italia non piace molto ad Alfano e a
Letta ma Renzi lo ha detto chiaramente che il primo confronto e' con il partito
di Berlusconi. Dopo di che si disegnerà il resto della strategia, e
anche l'abboccamento con Palazzo Chigi. Certo, il leader Dem è consapevole che
Berlusconi vuole la caduta del governo e le elezioni a maggio con le europee,
come condizione per firmare un accordo sulla legge elettorale. Ma resta convinto
che trattare col ‘nemico’ sia il miglior modo per mettere alle strette il
governo e la parte più filo-governativa del Pd.
Sempre restando dentro il
Pd, le dimissioni di Fassina da viceministro dell'Economia sono archiviate, un
caso superato per il segretario del Pd. Renzi registra insomma la presa di
distanza dei Giovani Turchi dalla scelta del bocconiano e la considera un buon
viatico per la direzione nazionale del partito fissata per il 16 gennaio
prossimo.
A un mese, domani, dalla conquista della segreteria del
partito da parte di Renzi, si può senz'altro dire che il verso del Pd è
cambiato, che finalmente c'è un leader che parla chiaramente alla gente e non
solo ai colleghi politici. Ma soprattutto sta facendo quello che aveva detto di
fare, cioè le cose concrete. La legge elettorale è la condizione per la
stabilità del governo, di qualsiasi governo. Per farla ci vogliono quindici
giorni. Se Renzi convincerà gli altri partiti a farla sarà un buon punto di
partenza. E la strada diventa in discesa. Perché significa trovare coraggio per
fare altre scelte, le scelte che possono risollevare l'economia del Paese.
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