Editoriale Radio Onda Libera del 18 dicembre 2013
Parliamo di calcioscommesse, perché le carte dell’inchiesta sfiorano l'Umbria, in particolare
alcune partite del Perugia e della Ternana. Una ventina i nuovi indagati (tra
cui l'ex grifone Gattuso). Sembra un ritornello, ogni tanto esplode un
nuovo filone dell'inchiesta sul calcioscommesse, su incontri truccati a
vantaggio di interessi economici da parte di una rete di scommettitori che
operano nell'illegalità.
L’Umbria è coinvolta per diversi motivi. A
colpire l’opinione pubblica è stato in primis il coinvolgimento di Rino Gattuso,
a Perugia dall’età di 12 anni fino a 18 anni, quando "scappò" per potersi
trasferire al Glasgow Rangers. Gattuso è stato solo una settimana fa a
Castel Rigone per partecipare al "Derby della legalità" il cui calcio d’inizio è
stato battuto dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano. E proprio Gattuso è
molto noto per le tante iniziative benefiche con le sue associazioni che aiutano
i bambini. Ovviamente Gattuso ha respinto ogni accusa.
Un altro capitolo
è quello del coinvolgimento delle squadre umbre nell’inchiesta. Nel calderone
sono finite, infatti, alcune partite di Perugia e Ternana su cui gli indagati
"per poter scommettere su risultati certi, alteravano, tentavano di alterare, o
comunque si proponevano di alterare, o s’intromettevano nell’alterazione operata
da altri, del regolare risultato conseguente ad una leale competizione
sportiva".
Fin qui le presunte accuse, tra virgolette. Per la verità
nelle carte non c'è alcun riferimento diretto a protagonisti, giocatori o
dirigenti. C'è invece un bel po' di confusione perfino con risultati sbagliati e
perfino qualche imprecisione.
Le reazioni sono state nette. Le due
squadre umbre si dichiarano estranee ai fatti, per il tecnico del Perugia Andrea Camplone si
tratta di una bufala vera e propria. E' ovvio che l'inchiesta farà il
suo corso. Dovrà fare chiarezza su ogni singola accusa, sulle due squadre non ci
debbono essere ombre. Il mondo del pallone si sta ridimensionando negli aspetti
stratosferici di ingaggi e stipendi, per questo chi gioca al calcio deve essere
irreprensibile nel senso che rappresenta un modello per tanti ragazzini che
sognano di diventare calciatori. Per questo nessuna macchia deve restare sui
loro comportamenti, sulle loro partite. E' altrettanto ovvio che se invece al
contrario si accerteranno responsabilità la magistratura originaria e sportiva
dovrà essere severa. Per lo stesso motivo che abbiamo accennato. Perché i
calciatori sono punti di riferimento positivi, perché incarnano i valori dello
sport, cioè impegno, sacrificio, lealtà, correttezza.
Nessun commento:
Posta un commento