lunedì 23 dicembre 2013

I pericoli della nuova Finanziaria

Editoriale Radio Onda Libera del 20 dicembre 2013

Confindustria fa un bilancio della crisi economica che ha messo in ginocchio l’Italia, facendo luce su uno scenario da brivido. Le persone a cui manca il lavoro, totalmente o parzialmente, sono 7,3 milioni, due volte la cifra di sei anni fa. E anche i poveri sono raddoppiati a 4,8 milioni. E' quanto sostiene il centro studi di via dell’Astronomia, sottolineando che “le famiglie hanno tagliato sette settimane di consumi, ossia oltre 5mila euro in media l’anno”.
Parlare di ripresa è infatti “per molti versi improprio” e suona “derisorio“. Il “Paese ha subìto un grave arretramento ed è diventato più fragile, anche sul fronte sociale”, con danni “commisurabili solo a quelli di una guerra“. E se nel Paese si profilano gravi tensioni sociali, è la denuncia degli industriali, la politica non prende le contromisure adeguate.
Confindustria parla della legge di stabilità come di “un’occasione mancata”, a causa del minimo impatto sulla crescita e delle risorse giudicate insufficienti per il taglio del cuneo fiscale. E alle frecciate di Confindustria all’indirizzo del governo, risponde direttamente il premier il quale dice che suo dovere è tenere in piedi la barca Italia, cioè strumenti per la crescita senza sfasciare i conti, e tenere sotto controllo lo spread. Contro la legge di stabilità si sono espressi anche i sindaci e i vescovi con giudizi altrettanto pesanti. Tra oggi e domani è previsto il voto con fiducia alla Camera e lunedì al Senato.
Due considerazioni in merito le vogliamo fare, proprio alla vigilia dell'approvazione dell'ennesima Finanziaria del governo. La prima è che per questa crisi, che vede il tasso di disoccupazione oltre il 12 per cento, il pericolo maggiore, come conferma anche Confindustria, è il cedimento della tenuta sociale, con il montare della protesta che si incanali verso rappresentanze che predicano la violazione delle regole e la sovversione delle istituzioni. E quando le proteste cedono alla violenza salta tutto.
La seconda considerazione. Un'altra occasione persa è non tagliare la spesa pubblica, non eliminare sprechi e privilegi legati alla casta. Se il neo segretario del Pd Renzi ha promesso che si può tagliare un miliardo di euro di costi della politica, vuol dire che tanti e tanti soldi si buttano per mantenere un apparato che non funziona. E allora che si aspetta? Che il Paese sprofondi ancora di più nel baratro?

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