lunedì 9 dicembre 2013

Trionfa Renzi, apparato Pd stracciato

Editoriale Radio Onda Libera del 9 dicembre 2013

PI risulttati delle pimarie Pd 2013 sono quasi ufficiali, mancano pochissimi seggi. Renzi ha stravinto con il 68%, Cuperlo ha ottenuto il 18%, Civati il 14%. Quello del sindaco di Firenze si può definire un trionfo. Nessuno dei due sfidanti ha raggiunto il 20%. Così Matteo Renzi è il nuovo segretario del Partito democratico. Nessun flop di affluenza (secondo Epifani si sono sfiorati i 3 milioni di votanti). Altro che rischio di non raggiungere la maggioranza assoluta!  Lo si è capito subito dopo la chiusura dei seggi: Renzi intorno al 68%, Cuperlo al 18%, Civati al 14%.
Percentuali rimaste pressoché immutate fino al risultato acquisito e (quasi) definitivo delle 8.400 sezioni. Per il sindaco di Firenze, che ha ottenuto oltre un milione e 700mila voti, si tratta di un autentico plebiscito: solo Valter Veltroni, nel 2007, ha raggiunto un risultato migliore (76%); nel 2009 Bersani prese il 53%.
Buono, rispetto alle attese basate sul risultato ottenuto tra i delegati, il dato di Pippo Civati, a soli quattro punti percentuali dal vero sfidante di Renzi, quel Gianni Cuperlo (esponente dell’area dalemiana del partito) che, con questi numeri, esce con le ossa rotte dalla competizione democratica.
Da una prima analisi del voto, emerge con chiarezza come Matteo Renzi abbia vinto praticamente ovunque, da Nord a Sud, isole comprese. E con grande distacco, anche e soprattutto nelle cosiddette “regioni rosse” che erano considerate più vicine all’apparato.

A proposito, parliamo del risultato nella nostra regione, regione rossa per eccellenza insieme a Toscana ed Emilia. Da noi Renzi ha sfiorato l’80%. Cuperlo al 14% e Civati al 10%. Alle urne ci sono andati in 60mila. I risultati sono ancora parziali, mancano una quarantina di seggi: per il sindaco affermazione più larga (76%) rispetto al 68% raccolto nel resto del Paese. Disfatta dei cuperliani. E ciò significa solo una cosa. Che l'apparato, questo apparato che governa e amministra, è stato sonoramente e chiaramente bocciato. Nessuna interpretazione, nessuna giustificazione. E i numeri assegnano questa ripartizione per quanto riguarda i membri dell'assemblea nazionale: 13 a Renzi, 2 Cuperlo, 1 Civati.
Prendere atto della sconfitta e riflettere sarebbe la reazione giusta da parte di chi ha perso. Il timore è che l'apparato, i cuperliami, si arrocchino nei loro fortini pensando alla vendetta e non riuscendo a capire che la gente ha voglia di cambiare.

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