Editoriale Radio Onda Libera del 10 dicembre 2013
Come prevedibile, la gente ha deciso di protestare, di scendere in piazza,
assumendo il nome di movimento dei forconi. A macchia di leopardo, la protesta
partita dalle rivendicazioni degli autotrasportatori si è estesa ieri in tutto
il Paese, da nord a sud. Con momenti di guerriglia urbana a Torino, presidi e
manifestazioni lungo le strade e le stazioni, e in tutti i luoghi dove sono
state organizzate le iniziative.
Contro i palazzi della politica sono
volati non solo gli slogan "ladri, ladri", ma anche bombe-carta, sassi,
bottiglie, mentre le forze dell’ordine, in tenuta antisommossa e con maschere
antigas, sono state costrette a lanciare lacrimogeni per disperdere la folla. Manifestazioni di dissenso anche davanti ai palazzi di Equitalia ed Inps. Ma, alla
fine, anche applausi per gli agenti che si sono tolti i caschi e hanno riposto i
manganelli. "Il nostro è un movimento pacifico, siamo contrari a ogni
violenza e applaudiamo per quanto fa la polizia" si è sforzato di ripetere da un
altoparlante uno dei responsabili del movimento.
Proteste, dicevamo,
anche in altre città d’Italia, da Napoli a Genova ma senza degenerare negli
scontri di Torino.
Quanto sta avvenendo su scala nazionale fa capire che
il Paese corre il rischio di scivolare lungo un crinale pericoloso, il disagio
sociale che sta covando da anni aumenta col passare del tempo e con l'inasprirsi
della crisi spingendo la gente verso la disperazione.
E la protesta dei
cittadini che sono scesi in piazza è indirizzata verso tutta la politica, verso
tutti i partiti, verso il governo per il grande scollamento che esiste tra i
palazzi e le esigenze dei lavoratori. E,come detto, scaturita dagli
autotrasportatori, la protesta ha interessato anche le altre
categorie, dai commercianti agli artigiani, agli agricoltori.
Insomma le
ragioni del movimento dei forconi sono chiare, la gente non ha risposte, solo
promesse e chiacchiere. Di segnali non se ne vedono, si sta stancando di
aspettare e non ce la fa più ad andare avanti.
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