Editoriale Radio Onda Libera del 5 dicembre 2013
La legge elettorale è illegittima, il porcellum è illegittimo, sono
incostituzionali il premio di maggioranza senza soglia e le liste bloccate nella
parte in cui non consentono all'elettore di esprimere una preferenza. Lo
ha stabilito al termine di una lunga camera di consiglio la Corte
Costituzionale. Le motivazioni del pronunciamento "saranno rese note con la
pubblicazione della sentenza, che avrà luogo nelle prossime settimane e dalla
quale dipende la decorrenza dei relativi effetti giuridici". "Resta fermo che il
Parlamento - scrivono ancora - può sempre approvare nuove leggi elettorali,
secondo le proprie scelte politiche, nel rispetto dei principi
costituzionali".
Immediate le reazioni delle forze politiche. Da Sel la
decisione della Consulta è stata definita un raggio di sole nel gelo della
democrazia, un atto di giustizia. Per il ministro dell'Interno, Alfano, il responso
dei giudici è "ottimo". Casini come tutto il Pd si è dichiarato soddisfatto.
Forza italia ha detto che a questo punto tutto il Parlamento è delegittimato.
Grillo ha invocato il voto.
Ma il lato più patetico e ridicolo è la
seconda parte delle dichiarazioni dei politici, e cioè quando hanno dichiarato
che non ci sono più pretesti e alibi per alcuno. Si deve procedere con urgenza a
cambiare la legge elettorale. Questo lo hanno detto tutti, nessuno escluso.
Ma ci rendiamo conto che questa legge elettorale è stata introdotta
dagli stessi che ora rilasciano dichiarazioni e che oltre otto anni fa era stata
subito definita una porcata? Da allora a parole tutti hanno detto di volerla
cambiare ma nei fatti non hanno fatto assolutamente nulla. Nonostante anche le
suppliche del presidente della Repubblica.
Sembra un teatro
dell'assurdo, un Parlamento da ieri ritenuto abusivo, un Parlamento che non
vuole cambiare le regole del sistema elettorale; se tutti i parlamentari
avessero un po' di buon senso e pudore si dichiarerebbero decaduti. Ma questo
sarebbe un gesto di sussulto e dignità che dubitiamo i politici possano avere.
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