Editoriale Radio Onda Libera dell'11 dicembre 2013
In Umbria il 16,3% dei bambini vive in condizione di povertà assoluta. Lo rivela
“L’Italia SottoSopra”, il 4° Atlante dell’Infanzia (a rischio) in Italia di Save
the Children. Secondo i dati Istat del 2012, la percentuale umbra è da Sud
Italia: peggio sono solo la Sicilia (19,3%) e la Puglia (15,5%). In totale, in
Italia, i bambini poveri sono cresciuti di 300 mila unità, superando il milione
(raddoppiati in 5 anni).
Numeri impressionanti che fotografano una
situazione impensabile secondo la quale ci sono soggetti che non riescono a
vivere una vita accettabile in termini di beni e servizi essenziali. Come ad
esempio l’accesso a un’alimentazione adeguata, un’abitazione decente, il minimo
per andare avanti.
Per il Centro, e quindi l’Umbria, nel 2012 le soglie
di povertà assoluta sono: per una famiglia monogenitore 1.056 euro al mese in
area metropolitana e 950 in piccoli comuni, per una coppia con minore 1.273 euro
in area metropolitana e 1.151 in piccoli comuni, per coppia con due minori 1.496
euro in area metropolitana e 1.347 in piccoli comuni, per coppia con tre minori
1.798 euro in area metropolitana e 1.628 in piccoli comuni.
All’Umbria va
poi un record assoluto a livello nazionale: quello poco lusinghiero dell’aumento
della diseguaglianza. L’indice di Gini (cioè il metro con cui tradizionalmente
si calcola la disuguaglianza tra famiglie benestanti e famiglie povere e basato
sul rapporto della spesa totale equivalente tra il 2007 e il 2012) è cresciuto
del 32,4%. La media nazionale vede addirittura un calo dello 0,5%.
Che
fare allora con questi numeri? Rimedi palliativi o soluzioni temporanee non
servono. Qui occorre una cura forte e strutturata. Qui necessitano interventi
mirati e consistenti per far fronte a un così grande e crescente aumento di
minori in condizione di estremo disagio. Questa situazione non è il frutto della recessione di quattro-cinque anni fa, è la conseguenza di una crisi del
capitale umano a tutti i livelli, a cominciare dai bambini.
Una società che
non difende i più piccoli è una società incivile.
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