lunedì 30 dicembre 2013

Legge elettorale, avanti tutta
e partiti in cerca di una guida

Il punto del direttore del 29 dicembre 2013

Tra un panettone, un brindisi e gli immancabili auguri la politica umbra rallenta il passo per le festività ma non si ferma. Legge elettorale e candidature sono i temi che tengono banco. Il primo argomento l'ha lanciato direttamente il presidente del consiglio regionale Eros Brega nella consueta conferenza di fine anno. E ha elencato le qualità di una buona riforma del sistema elettorale regionale, insistendo sul collegio unico regionale. Con la motivazione che è il momento di superare i localismi soprattutto in una regione piccola come l'Umbria.
Spiegazione questa più che convincente sulla carta, ma arrivare a considerare il territorio come un solo bacino elettorale vuol dire abbattere resistenze e campanilismi di non poco conto. Quindi occorre una bella dose di coraggio e di determinazione per ragionare in prospettiva e comportarsi di conseguenza. Ma a fianco a questa caratteristica la nuova legge elettorale non dovrà contemplare il listino, quel porcellum in salsa regionale che attualmente garantisce anche a chi non ha voti di entrare a far parte dell'assemblea legislativa di Palazzo Cesaroni. Un meccanismo simile a quello, da tutti disprezzato a parole ma mantenuto nei fatti, che vige per il parlamento dove si ritrovano da una decina di anni senatori e deputati nominati dalle segreterie dei partiti e non eletti dai cittadini italiani.
Quindi il presupposto per una legge elettorale decente è cancellare il listino, la "riserva" di posti per esponenti che non hanno alcun merito politico e soprattutto non hanno nemmeno uno straccio di consenso.
Solo partendo da questo punto allora si potrà pensare al modello di sistema, e va bene il collegio unico per un altro paio di motivi, avvicina la gente a un'istituzione come la Regione nel suo complesso e sana quel brutto vizio di considerare i consiglieri regionali come dei super consiglieri comunali (super perché pagati di più). L'Umbria è così minuscola che un consigliere regionale dovrebbe occuparsi delle questioni che riguardano l'Alto Tevere come l'Orvietano e non rinchiudersi in un perimetro dai confini netti e invalicabili, facendo peraltro attenzione a non oltrepassarli per non scatenare un conflitto di competenze e/o giurisdizione. Un'altra stortura dell'attuale legge elettorale è lo spropositato premio di maggioranza per chi vince, un "regalino" che la Consulta ha già bocciato per il porcellum nazionale, di conseguenza andrebbe eliminato anche nel Cuore Verde d'Italia.
In chiusura va ricordato che dal 2015 i consiglieri regionali saranno dieci in meno, scendendo da 30 a 20, quindi la competizione sarà più aspra e le percentuali per essere eletti più alte.Il secondo tema, che anima queste giornate di festa nello scorcio del 2013, si chiama candidature. Il riferimento potrebbe essere alle prossime elezioni amministrative ed europee, le uniche certe, ma di questo ne parleremo in un'altra occasione perché lo spazio è poco. Oggi affronteremo invece le candidature alle segreterie regionali del Pd e di Forza Italia. Più infuocata la situazione dentro il partito di Renzi: Giacomo Leonelli, presidente del consiglio provinciale di Perugia, è lanciatissimo e supportato da un documento con decine di firme, oltre che dalla benedizione della presidente della Regione (a nome dei Giovani Turchi?) che ne riconosce le capacità per quel ruolo.
Ma in corsa ci sarebbero anche Manlio Mariotti per l'areadem, i renziani della prima ora Marco Vinicio Guasticchi e Domenico Caprini e la senatrice Nadia Ginetti. Forse l'elenco è destinato ad aumentare con nomi che si aggiungono e altri che se ne bruciano. Comunque la "guerra" è garantita anche perchè i cuperliani hanno sfigurato, e di brutto, nella battaglia delle primarie. E poi un accordo trasversale è sempre dietro l'angolo, anzi niente di più facile e prevedibile nella "rossa" Umbria che già per la segreteria provinciale si è cimentata in un "laboratorio" originale che ha portato alla conferma dell'uscente Rossi. Qui la verità vera è che le carte per la segreteria regionale non possono prescindere da certe linee, anche innovative rispetto all'iter nazionale, e queste carte le decidono coloro che sanno fare politica e hanno dimestichezza con la strategia, con una visione lungimirante del partito.
 In stand by la situazione dentro Forza Italia, dove a governare c'è in teoria un comitato che pare tanto un'ammucchiata e in pratica si attende la nomina di un coordinatore.
In pole position sempre l'onorevole Pietro Laffranco "insidiato" dalla collega Catia Polidori. E c'è chi spera che il Cavaliere tiri fuori dal cilindro la sorpresa. Intanto sui territori i forzisti si scannano tra loro, mettendo perfino in dubbio candidature ufficializzate in pompa magna. Ma del resto quando manca la politica lo spettacolo non può che essere deprimente.
anna.mossuto@gruppocorriere.it
www.annamossuto.it

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