Editoriale Radio Onda Libera del 3 dicembre 2013
L'abolizione delle Province è tutta una farsa. Il disegno di legge appena presentato
in aula per la discussione è stato subito affossato. E i tempi inevitabilmente
si allungheranno proprio mentre incombe il rinnovo di 54 amministrazioni.
Ma vediamo cosa è successo e quali conseguenze ci saranno. Allora, alla
Camera doveva partire l'esame sul provvedimento che dovrebbe abolire le
Province, fondere i Comuni e istituire le città metropolitane. Ma il
tutto si è arenato immediatamente.
La relatrice di Forza italia si è dimessa,
sancendo ancora di più lo strappo con la maggioranza. Un no al disegno di legge
è arrivato dalla Lega, il nuovo centrodestra nicchia e il Movimento 5 stelle ha
parlato di falsa abolizione. Critiche anche da Sel. Insomma tutti contro il
lavoro del ministro Delrio che doveva essere il primo passo verso la
cancellazione. A questo punto restano con il cerino in mano il Pd e il
governo e la materia si incanala verso il pacchetto di riforme complessive.
Fin qui la notizia. Ora le ripercussioni e qualche giudizio. Allora, se
come pare il disegno di legge non sarà approvato tutto resterà uguale, quindi si
dovrebbe andare a votare con le vecchie regole e con la solita legge perché
anche le modifiche fatte dal governo Monti che vorrebbero le Province enti di
secondo livello e non eletti dai cittadini decadrebbero. Il condizionale è
d'obbligo perché in politica mai dire mai.
Ma l'aspetto più sconveniente
che sorprende ancora è che se ne parla da anni di abolire le Province, per
risparmiare, per tagliare i costi della politica, per semplificare il quadro
istituzionale e invece sembra che si faccia il gioco dell'oca, si muove qualche
passo, si riempie qualche titolo e poi si tornai punto di partenza.
Nelle campagne elettorali quasi tutti i partiti, quelli che stanno al
governo sicuramente, scrivono nero su bianco nei loro programmi che le Province
vanno cancellate. Il risultato anche oggi e' il solito, tante chiacchiere,
nessun fatto.
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