giovedì 12 dicembre 2013

Le ragioni dei "forconi"

Editoriale Radio Onda Libera del 12 dicembre 2013

Mentre il movimento dei forconi, che va ascoltato e non demonizzato, continua la sua protesta, siamo al quarto giorno, con manifestazioni in tutt'Italia, nei Palazzi della politica il governo Letta ha incassato la fiducia con tanto di bagarre in aula. Le ultime ore parlano dei forconi che puntano alle frontiere, in particolare a Ventimiglia, e che stanno bloccando la statale Aurelia. I manifestanti hanno annunciato che si sposteranno sulla A10 e che presto verrà decisa la data in cui si riverseranno a Roma per, come dicono gli organizzatori, per riprendersi lo Stato.
Questa protesta esprime il disagio sociale, il profondo disagio di cittadini, artigiani, commercianti, imprenditori, che vivono sulla loro pelle la pesantezza della crisi e non vedono interventi seri da parte di di chi amministra. A spingerli in piazza c'è la disperazione di chi non ce la fa più, di chi è stanco di essere strangolato dalle tasse, di chi perde il posto di lavoro e di chi non trova un'occupazione e se va bene ha un futuro si precario.
Intanto, dicevamo, Letta ha verificato la tenuta della nuova maggioranza dopo che Forza Italia è passata all'opposizione. A Montecitorio 379 sì e 212 no. A Palazzo Madama è finita 173 contro 127. E' scoppiata anche la polemica col M5S. E il Carroccio è andato all'attacco perdendo anche qualche pezzo nel senso di qualche parlamentare che ha votato in dissenso con il gruppo.
Nel suo discorso programmatico nelle due aule il premier Letta ha affrontato i temi più caldi della sua agenda politica: la crisi economica, la legge elettorale, la riforma del lavoro, l'abolizione delle Province e del finanziamento pubblico dei partiti.
Bene, peccato che gli stessi punti Letta li ha elencati pari pari 9 mesi fa, quando si è insediato, e fino a oggi non è stato fatto assolutamente nulla. Ora chiede altri 18 mesi promettendo di fare le stesse cose. Di fronte a questo stupisce che i politici si meraviglino che i cittadini scendono in piazza, che protestano contro quest'andazzo.

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