Editoriale Radio Onda Libera del 13 novembre 2013
PArliamo di legge elettorale, con la proposta del Pd firmata anche dai montiani e da Sel chhe è
stata affondata grazie anche alle astensioni dei grillini. La commissione
Affari costituzionali del Senato ha bocciato l'ordine del giorno di Pd, Sc e Sel
che proponeva il doppio turno di coalizione nella riforma della legge
elettorale. La proposta ha ricevuto 11 voti a favore, 10 contrari - Pdl, Lega e
Gal - e non è passata per le decisive 4 astensioni (che al Senato valgono come
un voto contrario) dei grillini e del gruppo Autonomie.
Tutto sospeso,
se ne riparla un'altra volta nella speranza di una quadratura del cerchio.
La bocciatura arriva proprio nel giorno in cui Matteo Renzi annuncia una
propria proposta sulla legge elettorale entro l'8 dicembre, giorno delle
primarie per il segretario.
I tempi della riforma, dunque, si allungano
ancora e si avvicina così anche la data del 3 dicembre, quando la Consulta
potrebbe pronunciarsi sulla legittimità del Porcellum. Una "dead line"
che il capo dello Stato ha chiesto di non superare domandando uno sforzo ai
partiti.
Di fronte a una impasse conclamata non è nemmeno escluso che il governo
prenda un'iniziativa diretta. Perché la nostra classe politica ha anche
su questo tema un argomento palesemente contraddittorio. A parole, nei programmi
elettorali e nelle dichiarazioni sostiene che la legge elettorale va cambiata
perché non è giusto nominare i parlamentari e perché questo sistema non
garantisce la stabilità, ma nei fatti, in concreto, se ne frega altamente e anzi
fa di tutto per non non affrontare la riforma, perché diciamolo chiaramente che
a tutti, da destra a sinistra passando per il centro, questa legge elettorale fa
comodo.
Dispiace vedere il presidente della Repubblica sgolarsi e
supplicare questa classe politica di cambiare la legge elettorale. Verrebbe
proprio da dire che non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire.
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