domenica 3 novembre 2013

Chi moltiplica tessere
e chi pensa a dividere

Il punto del direttore del 3 novembre 2013

Tessere e veleni, numeri e animali. Sono le accoppiate che affollano la scena politica che è di una confusione stratosferica in questo periodo. I primi due attengono al Pd, i secondi al Pdl-Forza Italia. E interessano sia le vicende nazionali che quelle locali.
Partiamo dal Partito democratico indaffarato con il tesseramento, i circoli e i candidati per le provinciali, pensando alle primarie dell'8 dicembre. Dal Nord al Sud è in atto la guerra delle tessere al punto che qualcuno ha proposto lo stop tanto per non far emergere altra melma, non alimentare altri ricorsi. Un suggerimento cautelativo ma ha ragione chi si oppone perché le regole non si cambiano in corsa o quando la partita è cominciata. L'Umbria non è immune da questo clima e le scintille sono esplose in più di un circolo, con fragore in quel di Umbertide dove sono addirittura volate minacce di querele e di ritiro di candidature. Nel paese della Fratta il Pd adora farsi pubblicità, un paio di mesi fa conquistò la ribalta nazionale non invitando esponenti di spicco alla festa del partito; esplose il caso politico che arrivò sul tavolo della segreteria nazionale. Prima di fare bis, è intervenuto in extremis il segretario regionale Bottini che con un documento pompiere getta acqua sul fuoco invitando a mantenere il confronto su binari civili. Ma evidentemente il confronto era già deragliato o stava deragliando alla faccia dell'appello del deputato Walter Verini che si era sentito in dovere, incontrando i quattro candidati alla segreteria del Perugino, di consigliare un percorso congressuale leale e trasparente.
Detto fatto, i contrasti interni sono scoppiati a macchia di leopardo. Un inciso: non tutte le candidature provinciali rispecchiano gli equilibri nazionali e forse questo ha favorito le dispute.
E per non farsi mancare niente ecco che dentro il Pd esplode la frattura tra i renziani. La senatrice Nadia Ginetti nomina i vertici del partito in Umbria ed elenca coloro che sono a sostegno della corrente. Apriti cielo, Marco Vinicio Guasticchi e Giacomo Leonelli, fans del sindaco di Firenze dalla prima ora, rispondono per le rime e fanno sapere che non ci stanno e soprattutto che le nomine non si impongono dall'alto ma devono partire dal basso. A parte questo c'è comunque da registrare in questa fase congressuale una certa baraonda. Per esempio chi è diventato renziano a Roma qui appoggia un candidato cuperliano, a Spoleto i renziani sostengono un bocciano…
Se il Pd è in queste condizioni, nel centrodestra le cose non vanno meglio. Anzi, le lacerazioni non si sanano e la scissione è dietro l'angolo. Qui la battaglia è concentrata sui numeri, quelli giusti che servono per mantenere in piedi il governo delle larghe intese, quelli che sono girati per chiedere il voto segreto sulla decadenza del Cavaliere da Palazzo Madama, quelli che servono per avere la maggioranza in consiglio nazionale e decidere le sorti di partito ed esecutivo. Ma anche dalle parti del Pdl-Forza Italia un po' di pastrocchio è stato fatto, naturale quando si sciolgono, si fondono e si costituiscono i partiti per ordine di un uomo solo al comando. E così si guardano in cagnesco i "falchi", quelli che vogliono subito Forza Italia e la fine del governo, e le "colombe", quelli che sono fedeli a Letta e non vogliono essere più assoggettati; in mezzo i dialoghisti, quelli che cercano di contemperare le ragioni degli uni con quelle degli altri. E in Umbria? Il Pdl in consiglio regionale è stato più realista del re e si è già trasformato in Forza Italia, uno dei pochi casi in Italia ad avere cambiato subito nome. Ma ora, visto che la scissione è dietro l’angolo, che succede? Le "colombe" che seguiranno il segretario Angelino Alfano dove andranno? Torneranno nel Pdl o finiranno al gruppo misto? Insomma la situazione non è chiara anche se pare ormai certo il divorzio. Intanto c'è chi, come il sindaco di Assisi Claudio Ricci, non si fa prendere dallo sconforto e guarda avanti e lontano, guarda alle elezioni, a tutte le elezioni, fondando un'associazione e realizzando anche un simbolo. Al di là della fine dei partiti, lui una certezza ce l'ha, ed è quella di candidarsi. Il resto non conta. Il capitolo delle candidature per le amministrative e per le europee è comunque aperto e riguarda tutti, compresi i grillini che già si stanno attivando per le primarie. Ma questo è veramente un altro capitolo.
anna.mossuto@gruppocorriere.it

www.annamossuto.it

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