Editoriale Radio Onda Libera del 26 novembre 2013
Dopo sei anni, il delitto Meredith ancora una volta è alla ribalta nazionale.
Perché è in corso il processo davanti alla corte di assise di appello di
Firenze. E qui il procuratore generale ha smontato pezzo per pezzo l'alibi dei
due imputati, Raffaele Sollecito e Amanda Knox, che quella notte dell'omicidio
era davanti al computer. L'assoluzione in appello dei due imputati - ha
detto l'accusa - è stata rasa al suolo dalla Cassazione, ora la Corte non
faccia lo stesso errore. In giornata arriveranno le richieste di condanne.
E così di nuovo sulle prime pagine e in televisione la triste vicenda
della morte della studentessa inglese Meredith Kercher, poco più di vent'anni,
sgozzata nel casolare vicino a Piazza Grimana. In primo grado Raffaele e
Amanda erano stati condannati a 25 e 26 anni di carcere, in secondo grado furono
assolti. La Cassazione come ricordato ha annullato l'assoluzione rinviando il
processo davanti ai giudici fiorentini. Da ricordare che nella vicenda
figura un terzo imputato, Rudy Guede, che sta scontando la condanna a 16 anni
per omicidio volontario in concorso con Raffaele e Amanda in quanto ha scelto il
rito abbreviato.
Qualche considerazione in merito al delitto che ha
sconvolto Perugia e la sua immagine. Allora, come spesso accade in fatti del
genere, i riflettori si spengono quasi subito sulla vittima, restando invece
accesi sugli imputati, specie se carini e intriganti. Invece la memoria della
stessa Meredith e i suoi familiari chiedono di conoscere la loro verità, solo la
verità, su quella notte di sei anni fa.
Poi andrebbero legati i
comportamenti dei due attuali imputati con Rudy, dal momento che questo è
colpevole a tutti gli effetti in quanto condannato in terzo grado e secondo i
giudici ha commesso l'omicidio di Meredith in concorso con gli altri due.
Ora al di là dei cavilli giuridici, le sentenze si rispettano sempre, non
quando piacciono, ma è altrettanto vero che è preferibile mandare in carcere
qualcuno se esistono prove certe di colpevolezza, altrimenti meglio un colpevole
fuori che un innocente in galera. E' il principio dello stato di diritto, della
cultura garantista.
Nessun commento:
Posta un commento