Editoriale Radio Onda Libera del 6 novembre 2013
Il caso Cancellieri si è sgonfiato. Il ministro della Giustizia ha risposto in
Senato, e poi alla Camera, dell’accusa di aver favorito Giulia Ligresti,
arrestata il 17 luglio nell’ambito dell’inchiesta torinese su Fonsai, per
l’ottenimento dei domiciliari. E alla fine ha incassato il sostegno della
maggioranza, in pratica il governo delle larghe intese l'ha salvata.
Ma
andiamo per ordine. La Cancellieri ha ripercorso in aula tutta la vicenda
giudiziaria, respingendo con forza tutte le accuse che le sono state rivolte,
che l'hanno offesa, che hanno messo in dubbio la sua correttezza istituzionale.
Nella sostanza il ministro ha assicurato di non essere stata decisiva
nella scarcerazione della Ligresti, ma di essersene interessata perché amica di
famiglia. E di questo, di aver fatto prevalere i suoi sentimenti sul distacco
che il ruolo di ministro le avrebbe dovuto imporre, la Cancellieri si è
rammaricata ma non di aver mai derogato ai suoi doveri.
Alla fine della
sua difesa il Pd e il Pdl le hanno riconfermato la fiducia, abbandonando le
polemiche e le divisioni. Resta invece in piedi la mozione di sfiducia
presentata dal Movimento 5stelle, appoggiata anche da Sel e Lega nord.
Considerati i numeri, il governo può dirsi salvo. Per ora. Ma non c'è
tanto tempo per godersi lo scampato pericolo. Perché il 22 si vota la legge di
stabilità e il 27 la decadenza di Berlusconi da senatore. Da queste due date
dipenderà infatti la sopravvivenza dell'esecutivo guidato da Letta che non è il
miglior governo ma sicuramente in questo momento e con questo sistema elettorale
e' l'unico possibile. Ma andare avanti a dispetto dei santi non ha senso ma
soprattutto non ha senso se un governo vivacchia anziché governare, insegue le
polemiche anziché amministrare il paese.
Perché con onestà bisogna dirsi che
questo governo non sta splendendo per provvedimenti, anzi sta adottando da
quando è nato la politica del rinvio. A proposito, l'ultimo effetto del governo
Letta, è il rischio che si paghi la seconda rata dell'Imu perché non si trovano
i soldi per coprire l'abolizione. Eppure siamo convinti che i soldi si
possano trovare se si eliminano gli sprechi e si riduce la spesa pubblica.
Tagliare le indennità, le auto blu, gli enti inutili, le consulenze sarebbe il
primo passo.
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