Editoriale Radio Onda Libera del 30 ottobre 2013
Mentre il Paese è attorcigliato sulla decadenza di Berlusconi, sul voto palese
o voto segreto, in Umbria continuano a esplodere vertenze. L'ultima si chiama
Agenzia forestale, 600 lavoratori sul piede di guerra che denunciano di non
ricevere lo stipendio da settembre. E si annunciano iniziative clamorose.
La protesta dei lavoratori dell’Agenzia forestale regionale, la creatura
nata dalla riforma endoregionale che ha assorbito i dipendenti delle ex comunità
montane, era nell'aria da qualche tempo, da quando i sindacati avevano fatto le
prime denunce.
La Flai Cgil che questa volta ha alzato la voce ha
chiesto un incontro urgente alla presidente della Regione, ricordando che si
tratta della sorte di 600 dipendenti e delle rispettive famiglie. Qualora non ci
saranno risposte il sindacato annuncia che i lavoratori sono convinti a
manifestare davanti ai Palazzi della Politica. A intervenire un po'
stizzita per l'uscita solitaria della Cgil è la Cisl che si dichiara
preoccupata per la situazione che i vertici della regione avevano assicurato
fosse transitoria. Poi stigmatizza la decisione di aver stanziato premi per
i dirigenti dell'Agenzia: sono inopportune queste cifre nel momento in cui non
ci sono soldi per gli stipendi degli operai. Al coro di preoccupazione si
è' unita anche la Uil che invita a "trovare risposte certe prima che sia troppo
tardi, altrimenti dovremo scendere in piazza a manifestare le nostre ragioni.
Serve un diverso impegno delle istituzioni regionali".
Sulla vicenda è
intervenuta anche l'Italia dei valori che chiede di bloccare la pratica
vergognosa degli aumenti dei dirigenti sulla pelle degli operai. E avverte su un
buco presunto di 7 milioni di euro oltre a una serie di comportamenti
discutibili.
Due brevi considerazioni. La prima riguarda i sindacati che
perfino quando si tratta di difendere posti di lavoro riescono a dividersi.
Possibile che le sigle sindacali non sanno fare altro che imitare i partiti e
litigare tra di loro?
La seconda. L'Agenzia forestale fu sbandierata come la
riforma più avanzata di questa classe politica. Il risultato è l'incertezza su
una macchina che non funziona e rischia di mandare a casa 600 dipendenti. Se
questa è buona politica, dovremo essere preoccupati.
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