mercoledì 23 ottobre 2013

Un'altra promessa non mantenuta

Editoriale Radio Onda Libera dell'11 ottobre 2013

Tuti vogliono abolire il finanziamento pubblico. I partiti in ogni campagna elettorale lo mettono tra i primi punti del programma e poi puntualmente se ne dimenticano e quando hanno l'occasione per eliminarlo la mandano in rissa. E' successo anche ieri in Parlamento. Ed è slittata così l'approvazione della legge. Ma andiamo con ordine. Lo scontro all’interno della maggioranza è rientrato e l’intesa tra Pd e Pdl resiste grazie a un accordo sul tetto alle donazioni dei privati. Ma sul finanziamento ai partiti riesplodono le tensioni tra il Pd e il Movimento 5 Stelle.
Casus belli è stato l’intervento di un deputato M5S, che si è rivolto ai colleghi della maggioranza chiamandoli “ladri“. Termine che soprattutto i parlamentari democratici non hanno accolto bene, protestando nei confronti del settore dei Cinque Stelle, ma anche della presidenza dell’assemblea. I lavori sono stati sospesi e l’approvazione del testo sui soldi ai partiti sarà rinviata alla settimana prossima. I Cinque Stelle avevano infatti proposto di proseguire a oltranza, con una “seduta fiume” durante il fine settimana, ma la proposta è stata respinta.
Pare che la maggioranza stia facendo di tutto per allungare i tempi e non approvare la legge sull’abolizione del finanziamento ai partiti. Ormai sono mesi che questo provvedimento viene rimpallato tra aula e commissione e si è già perso troppo tempo. La bagarre alla Camera è scoppiata perché il Movimento 5 Stelle contesta i contenuti del disegno di legge definendolo gattopardesco perché se approvato instaurerebbe un sistema ancora meno trasparente dell'attuale.
A prescindere dai giudizi di merito, quello che ci preme sottolineare è che già nel lontano 1993 ci fu un referendum dei cittadini che votava l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, voto che è stato completamente ignorato, anzi quello che è uscito dalla porta è stato fatto rientrare dalla finestra. Inoltre lo stesso presidente del consiglio in carica Enrico Letta aveva promesso appena insediatosi il 2 maggio che quale primo atto avrebbe cancellato il finanziamento pubblico ai partiti. Ecco, le solite promesse da politici che non sanno che cos'è la coerenza e la credibilità.

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