Editoriale Radio Onda Libera dell'11 ottobre 2013
Tuti vogliono abolire il finanziamento pubblico. I partiti in ogni campagna
elettorale lo mettono tra i primi punti del programma e poi puntualmente se ne
dimenticano e quando hanno l'occasione per eliminarlo la mandano in
rissa. E' successo anche ieri in Parlamento. Ed è slittata così
l'approvazione della legge. Ma andiamo con ordine. Lo scontro
all’interno della maggioranza è rientrato e l’intesa tra Pd e Pdl resiste grazie
a un accordo sul tetto alle donazioni dei privati. Ma sul finanziamento ai
partiti riesplodono le tensioni tra il Pd e il Movimento 5 Stelle.
Casus belli è stato l’intervento di un deputato M5S, che si è rivolto ai
colleghi della maggioranza chiamandoli “ladri“. Termine che soprattutto i
parlamentari democratici non hanno accolto bene, protestando nei confronti del
settore dei Cinque Stelle, ma anche della presidenza dell’assemblea. I
lavori sono stati sospesi e l’approvazione del testo sui soldi ai partiti sarà
rinviata alla settimana prossima. I Cinque Stelle avevano infatti proposto di
proseguire a oltranza, con una “seduta fiume” durante il fine settimana, ma la
proposta è stata respinta.
Pare che la maggioranza stia facendo di tutto
per allungare i tempi e non approvare la legge sull’abolizione del finanziamento
ai partiti. Ormai sono mesi che questo provvedimento viene rimpallato tra aula e
commissione e si è già perso troppo tempo. La bagarre alla Camera è
scoppiata perché il Movimento 5 Stelle contesta i contenuti del disegno di legge
definendolo gattopardesco perché se approvato instaurerebbe un sistema ancora
meno trasparente dell'attuale.
A prescindere dai giudizi di merito,
quello che ci preme sottolineare è che già nel lontano 1993 ci fu un referendum
dei cittadini che votava l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti,
voto che è stato completamente ignorato, anzi quello che è uscito dalla porta
è stato fatto rientrare dalla finestra. Inoltre lo stesso presidente del
consiglio in carica Enrico Letta aveva promesso appena insediatosi il 2 maggio
che quale primo atto avrebbe cancellato il finanziamento pubblico ai partiti.
Ecco, le solite promesse da politici che non sanno che cos'è la coerenza e la
credibilità.
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