Editoriale Radio Onda Libera dell'1 ottobre 2013
Ore cruciali per la sopravvivenza del governo. Berlusconi tratta su Forza Italia
con i suoi per evitare la scissione sul sostegno a Letta. Ma per la prima volta
il clima dentro il partito non è di caserma, di soldatini che obbediscono al
loro capo senza proferire parola. L'intenzione di Berlusconi è
ricompattare il partito, portarlo unito alla conta, alla fiducia di domani in
aula.
Dall'altra parte ci sono esponenti di primo piano, le colombe, che
non sopportano più estremismi, non sopportano più i metodi dei falchi. E sono
capitanati da Alfano, il segretario del Pdl-Forza Italia, che spesso e
volentieri è stato svuotato dai poteri e sminuito nel ruolo.
Comunque
il Cavaliere in questo tentativo di ricucire lo strappo ha espresso con
chiarezza la sua linea; dare sette giorni al governo per fare la legge di
stabilità, altri due tre provvedimenti su imu e iva, e poi andare alle urne. Con
questa legge elettorale.
Allora, a nostro avviso, andare al voto con il
porcellum sarebbe un'altra sciagura, significa sprecare milioni per le elezioni
che non garantiranno la stabilità dopo appena sette mesi dalla consultazione di
febbraio. Perché il risultato sarà un Parlamento di nominati non di votati. E
soprattutto sarà un Parlamento dove la maggioranza non garantirà la tenuta di un
qualsiasi governo.
Certo, i retroscena raccontano che anche se la spina
a Letta l'ha staccata il Pdl, alla fine fa comodo anche al Pd la crisi perché
allontana la resa dei conti, allontana il congresso del partito.
Forse
questa interpretazione corrisponde a verità, di sicuro corrisponde a verità che
questa crisi di governo non fa bene al Paese, non tiene conto dei problemi della
gente, delle famiglie che faticano ad arrivare a fine mese, dei giovani che
cercano un lavoro, dei precari che chiedono una stabilizzazione.
Insomma, chi ha scatenato questa situazione è stato un irresponsabile.
L'auspicio è uno solo, non avere la memoria corta quando si andrà a votare.
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