mercoledì 23 ottobre 2013

La politica dei congressi
e quella dei “caminetti”

Il punto del direttore del 13 ottobre 2013

Sull’agenda del Pd c’è la parola congresso, su quella del Pdl caminetto. Due modi diversi di intendere la politica, due modi diversi di concepire i partiti. Ma in entrambi i mondi via con le riunioni, gli abboccamenti, i nervosismi e naturalmente i veti incrociati. Allora, partiamo dal partito di maggioranza del centrosinistra. Affollata la squadra dei candidati alla segreteria provinciale di Perugia, sono in quattro a contendersi il posto (Marinelli, Rossi, Chianella e Bocerani) ma l’aspetto più interessante è al di là dei nomi l’intreccio delle alleanze e soprattutto il meccanismo del chi porta chi.

Nel Ternano invece la corsa è solitaria con l’ex deputato Trappolino lanciatissimo anche se può sembrare che per lui si tratti di un risarcimento (o forse anche un ripiego). I tempi sono strettissimi, entro il 6 novembre si sapranno i nomi degli eletti. Poi subito pancia a terra con la campagna elettorale per le primarie dell’8 dicembre e dopo Natale, il tempo di smaltire i postumi delle vacanze, via con l’appuntamento per la segreteria regionale prevista per la prima decade di marzo. Insomma il Pd umbro non nasconde più l’agitazione preso come è da scadenze e candidature, lo scontro si preannuncia ad alto livello e si percepisce anche la voglia di confrontarsi, di discutere, di misurarsi con le proposte politiche. Del resto si tratta sempre di un partito nel senso classico del termine, al contrario di altre formazioni che non sono avvezze al dialogo, anche se non sempre pare riuscito il famoso amalgama (vocabolo di dalemiana memoria) tra ex Margherita ed ex Ds.
Dentro i democratici l’attenzione è rivolta al congresso ma la mente spazia alla primavera prossima quando ci saranno le elezioni amministrative e quindi si fanno e disfano i nomi per le candidature nei Comuni e nelle Province, con le primarie che sono brandite come una clava o come uno spauracchio a seconda di chi le invoca. E quell'evento rischia di trasformarsi in una vera e propria resa di conti. Comunque un passo alla volta e vedremo cosa succederà.
Nel partito opposto il Pdl la situazione sembra invece più tranquilla ma è soltanto l'apparenza perche' sotto la cenere cova una bella dose di veleni e rancori. La calma piatta è di facciata anche perché il confronto non è mai stato diffuso né a livello locale né tanto meno a livello nazionale. Ma da una decina di giorni qualcosa si è rotto anche dentro il Pdl (forse ex Pdl o forse Forza Italia, continueremo a chiamarlo col vecchio nome visto che la situazione è veramente in evoluzione) perché sono stati ufficializzati le correnti, i falchi e le colombe e quelli che stanno in mezzo. Dopo la sconfitta del Cavaliere che è stato costretto piangendo a fare le giravolte in parlamento sul capitolo fiducia, il Pdl non è quello di prima. Ed ecco le ripercussioni o meglio i riposizionamenti nella periferia umbra con il falco Girlanda, verdiniano di ferro, a comandare il partito sulla carta. Le truppe, quelle che muovono i voti, sono più alfaniane e sono pronte a staccarsi dai falchi per camminare lungo la propria strada. Intanto si sono riaccesi i “caminetti”, quegli incontri, non molto edificanti a sentire i partecipanti, per parlare di candidature vicine e lontane. Domani si parlerà di Perugia, chissà quanta “legna” vedrà il “caminetto” nel senso di nomi veri per la sfida nel capoluogo. C'è chi scommette che l'incontro si limiterà al solito traccheggiamento, per non dire perdita di tempo, giusto per bruciare qualche candidato e far finta di fare qualcosa.
Pure in questo caso non resta che attendere per vedere che succederà. Comunque il Pd e il Pdl sono due realtà antitetiche anche se sono unite dalle larghe intese, il primo attraversato da uno slancio congressuale, il secondo al bivio di una svolta storica.
anna.mossuto@gruppocorriere.it
www.annamossuto.it

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