Le Comunità montane, a distanza di un anno dalla loro
eliminazione, fanno ancora discutere. Fanno discutere perché questi enti,
ufficialmente sciolti ma di fatto ancora vivi, devono confluire nell'Agenzia
forestazione, la nuova struttura voluta dalla Regione, che avrà una dote di
quasi 32 milioni e mezzo di euro.
Fin qui sembra un percorso normale, in realtà ci sono due
problemi da sottolineare.
Il primo riguarda
i dipendenti delle 5 ex comunità montane, in tutto 600 (568 operai e 36
impiegati) che non possono essere buttati in mezzo alla strada ma ovviamente
devono confluire nel nuovo organismo che a sua volta sarà strutturato sulla
base di 5 compartimenti. Un inciso: pare tanto un trucchetto per far rientrare
dalla finestra quello che e' uscito dalla porta.
Il secondo aspetto riguarda i conti. E qui i dati non
sono proprio chiari. Allora, i bilanci di due comunità montane sono in profondo
rosso, altre due sono in pareggio grazie ai soldi pubblici messi dalla Regione,
e per l'ultima, quella più grande, la situazione e' ingarbugliata al punto di
non avere a disposizione alcuna cifra.
A proposito di numeri, i debiti complessivi delle ex
Comunità montane sono di circa 6,5 milioni di euro, esattamente 18mIla euro al
giorno. Quindi l'Agenzia della forestazione si accollerà i buchi e i
dipendenti. Sembra una storia già vista, questa. Richiama alla mente la vicenda
di Umbria Mobilita', il nuovo ente dei trasporti
regionali nato dalla fusione delle altre società, che ora rischia il default.
Senza una programmazione queste scelte sono peggiorative,
perché la somma di tante fragilità non producono una forza.
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