Sulla tassa di soggiorno e' scontro frontale, durissimo tra il
Comune di Perugia e le associazioni di albergatori. Parole pesanti, pronunciate e scritte con rabbia e
disperazione quelle di Confesercenti, Federalberghi e Confcommercio contro
Palazzo dei Priori, che ha dato il via libera ufficialmente alla tassa di
soggiorno, un balzello che i turisti dovranno pagare a prescindere, solo per
rimpinguare le casse comunali.
Le associazioni di categoria parlano di "strabismo
inconcepibile, il Comune da un lato riconosce la situazione di crisi in cui
versa il settore e dall'altro conferma la scelta scellerata di imporre la tassa
di soggiorno a quanti, sempre di meno, che verra no a Perugia per le loro
vacanze". Al centro della protesta però anche "l’eccessiva
pressione fiscale locale" tra Imu, imposta sulla pubblicità e Tares, la nuova
tassa sui rifiuti che "rischia di dare il colpo di grazia alle imprese".
Albergatori e negozianti dipingono poi uno scenario fosco
fatto di perdita di quelle fette di turismo come meeting, piccoli operatori e
comitive che potrebbero scegliere quei comuni umbri (come Assisi, Terni e
Foligno) dove la tassa non viene applicata. Infine le associazioni segnalano la
mancanza di responsabilità e attaccano frontalmente l'assessorato al truismo
che non fa assolutamente nulla.
Il Comune si difende e risponde. E parla di un
"investimento sulla città nell’interesse degli stessi albergatori", visto che
la tassa "andrà a finanziare beni culturali, ambientali e servizi pubblici". In più il Comune spiega di avere ascoltato le
preoccupazioni riducendo l’importo minimo da un euro a cinquanta centesimi. Poi
la frecciatina sostenendo che il Comune fa la sua parte, organizzando eventi, i commercianti e gli albergatori ne
beneficiano senza contribuire.
Fin qui la notizia, e le posizioni delle due parti in
causa. Ora un brevissimo commento. Se governare vuol dire imporre ogni tanto
una tassa, allora chiunque potrebbe farlo. Se si pensa di risolvere la crisi di
un settore che potrebbe arricchire questa e le prossime generazioni dell'Umbria
con l'ennesimo balzello e senza una minima programmazione del comparto turismo,
allora sarebbe meglio chiudere le porte e buttare le chiavi.
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