La salute e' un diritto uguale per tutti, per i
parlamentari lo e' ancora di piu'. A questa considerazione porta la notizia che
il Senato ha deciso di rafforzare il presidio di cardiologi e anestesisti
presso l'ambulatorio interno di palazzo Madama. E lo ha fatto con una delibera del 18 dicembre che ha
aperto le selezioni per 10 specialisti non di fresca laurea ma con una certa
esperienza.
Quello del Senato è un ambulatorio di rispetto: aperto
tutto l’anno, 24 ore su 24, gratuito e a uso esclusivo degli inquilini del
palazzo. E lì per legge da ben 27 anni: in origine, spiegano da Palazzo Madama,
doveva garantire ai senatori non residenti a Roma l’assistenza sanitaria dei
loro colleghi della Capitale, ma col tempo il mini-ambulatorio è diventato maxi.
La platea dei
pazienti si è infatti allargata a deputati, ex parlamentari, dipendenti del
Senato e dei gruppi. E sono lievitati i anche i costi: nel 2011, ultimo dato
disponibile, sono arrivati a 650mila euro. Non è difficile crederlo, visto che
per quasi trent’anni il presidio è stato aperto anche quando il palazzo era
semideserto e gli inquilini in vacanza, nei week end, perfino a Natale e ad
agosto.
I deputati non sono da meno. I servizi sanitari
d’emergenza alla Camera sono assicurati da un ambulatorio con personale
medico-infermieristico rinforzato da un servizio distaccato dall’Asl di Roma e
da una convenzione diretta con il Policlinico Gemelli. Un presidio che conta su una trentina di camici bianchi
tra interni ed esterni che costa 1,4 milioni di euro l’anno. E gli stipendi per
questi operatori della sanità non sono normali, un medico alla Camera costa 60
euro lordi l’ora che diventano 90 dopo le 22, il sabato e nei giorni festivi.
Insomma quest'ennesima selezione i senatori se la
potevano risparmiare perché quando stanno male possono tranquillamente
rivolgersi alle strutture pubbliche a cui ricorrono i cittadini normali. Poi in
tempi come questi, con i tagli alla sanità che minacciano la sopravvivenza di
ospedali e posti letto, la politica non ci fa proprio una bella figura a
confermare che gli inquilini del Palazzo vivono di privilegi. Peccato che chi
firma queste decisioni non ha un po' di pudore e vergogna.
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