Mentre i partiti sono affaccendati tra liste, candidature e programmi,
l'attenzione la spostiamo su un tema concreto - come il turismo - con un bilancio
negativo delle feste natalizie. Secondo la Confcommercio il calo in Umbria e' stato del
20-25 per cento rispetto al 2011. A Capodanno la situazione e' leggermente
migliorata, altrimenti le cifre sarebbero state ancora più brutte.
A lanciare l'allarme e a esprimere preoccupazione sono le
associazioni di categoria che lamentano una pessima redditività dell'impresa,
termine questo per indicare che gli esercenti hanno venduto a prezzi
stracciati.
Il calo degli arrivi e delle presenze e' dovuto
soprattutto alla crisi economica che sta affliggendo il Paese, e l'Umbria non
e' immune da questo trend negativo, ma e' anche vero che chi si dovrebbe
rimboccare le maniche resta paralizzato in una sorta di limbo, in attesa che
qualcosa accada, in attesa che dall'alto si sblocchi la situazione.
Poi c'è un
altro aspetto, e riguarda la politica in materia operata dai nostri
amministratori. Il turismo in questa regione, purtroppo, e' stato veicolato a
pezzi, in maniera frammentata, ogni paese, ogni comune, ogni comprensorio si e'
fatto il suo programmino e ha attivato le sue risorse per attirare turisti. E'
mancata una visione generale, ampia. Non si e' venduto e ancora non si vende il
pacchetto Umbria nella sua totalità. E' mancata e manca una cabina di regia,
una guida che armonizzi i bellissimi territori che la regione può vantare, a
prescindere dai meriti, e li promuova complessivamente senza continuare a fare
la politica dei campanili. Divisi non si va da nessuna parte e l'Umbria con le
sue dimensioni sta rimanendo indietro se non si da' una svegliata.
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