domenica 6 gennaio 2013

I fratelli coltelli dei partiti umbri

Il punto del direttore del 6 gennaio 2013

A cavallo tra la fine e l’inizio dell’anno la politica ha ingranato la marcia. Ha riacceso gli animi, incrementato i veleni e acuito le tensioni ben celate tra le pieghe dei partiti. Altro che sentimenti di concordia per le feste natalizie. Meno male verrebbe da dire che è arrivata presto l’Epifania che se le porta via tutte.
Ma il clima è quello che è. Ora, a scoppiamento ridotto, anche il centrodestra comincia a muovere i suoi passi sulla scena, dopo aver assistito non senza godimento alla guerra fratricida dentro casa Pd.



E’ opportuno procedere per gradi perché il rischio confusione è veramente a portata di mano.
Allora, il Pd ha vissuto lo scorcio del 2012 in preda a una crisi di nervi dopo il risultato delle primarie per i candidati al parlamento del 29 dicembre scorso. Il segretario regionale Lamberto Bottini, arrivato penultimo, si è dimesso attaccando alcune istituzioni che si sono schierate parteggiando per i propri beniamini. Uno smacco, una brutta figura insopportabile, e quindi la decisione di mollare il partito. Un gesto coraggioso ma anche inevitabile. Con l’invito ad aprire una riflessione seria anziché cimentarsi in giochini di misera lega.
Da quel momento, la situazione è peggiorata e sono volati stracci, ricorsi e controricorsi, tra chi ha respinto le accuse al mittente e basta e chi si è dimostrato anche comprensivo dell’amarezza del segretario trombato.

Ma pure in queste occasioni la memoria è corta, cortissima e per qualcuno sarebbe stato meglio che Bottini avesse fatto buon viso a perfido gioco, calandosi le braghe di fronte a chi lo aveva impallinato. Invece in una politica affetta da rancori, tradimenti e amnesie, esiste ancora chi per dignità rinuncia a un incarico, a una poltrona. Per sempre o per una manciata di giorni, è un altro discorso. L’importante poi è che se si ritorna sui propri passi lo si faccia per senso di responsabilità e basta e non per un contentino. Comunque, visto che a gran voce Bottini è stato pregato di ritirare o congelare le dimissioni fino al voto, il segretario si è fatto convincere e ha accettato. I coltelli restano a portata di mano, ma per ora non sono più fra i denti. E poi bisogna pensare alle candidature, quattro imposte dal nazionale sono troppe, ne sono sufficienti tre. Questo il messaggio partorito nella sede di Botteghe oscure di Perugia. Ora si vedrà se Bersani acconsentirà oppure deciderà per conto suo. Ma su questo argomento, c’è ancora un po’ di tempo a disposizione, aver messo una toppa o meglio il silenziatore, anche se temporaneo, sulla situazione è per adesso un fatto positivo.
Le cose dalle parti del centrodestra non vanno affatto meglio, in termini di polemiche e frecciatine. Allora, Fratelli d’Italia, il partito del trio Meloni-Crosetto-La Russa, sta raccogliendo apprezzamenti e soprattutto consiglieri, iscritti e simpatizzanti provenienti dal Pdl. Un “travaso” che sta impoverendo il partito di Berlusconi in Umbria, su questo non ci sono dubbi quanto meno se si effettua un solo calcolo numerico. Poi per la qualità, il fatto che si tratta di esponenti eletti quindi capaci di attrarre voti e consensi, la scissione se pur dolce è destinata a far sentire i suoi effetti anche nelle urne. Per non parlare delle ripercussioni immediate, per esempio nelle assemblee, a cominciare dal consiglio regionale dove il gruppo del Pdl si ritrova dimagrito di ben tre consiglieri. E per non parlare in seguito del tipo di opposizione si potrà concepire con una “gamba” in più nello schieramento.
Insomma i dirigenti del Pdl fanno bene a non sottovalutare i Fdi anche se questi sono armati di sete di rivincita e di riscatto. E non lo mandano a dire, anzi nelle dichiarazioni sono più che espliciti e puntano a surclassare tutti.
Per il resto, il panorama offre tanti partiti in movimento, tante novità dell’ultima e penultima ora. Come la discesa in campo del pacifista per professione Flavio Lotti con gli arancioni di Ingroia, o quella del patron di Eurococholate Eugenio Guarducci convinto più che mai a impegnarsi con Fermare il declino. Da segnalare poi una corsa sfrenata nel compilare le liste e quindi nel contattare candidati da parte degli emissari di Monti per la sua Scelta civica. Da Gubbio ad Assisi, passando per i capoluoghi, gli abboccamenti sono all’ordine del giorno, quasi dei minuti. Del resto chi non ha un apparato paga lo scotto. E forse anche pegno.
Comunque, il quadro è in via di definizione anche se le candidature si decideranno all’ultimo, c’è ancora da soffrire un po’ per chi sogna un posto a Montecitorio o Palazzo Madama.

anna.mossuto@edib.it
www.annamossuto.it

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