Editoriale Radio Onda Libera del 29 giugno 2017
Papa Francesco si scaglia contro le pensioni d'oro, il mercato del lavoro dove gli anziani continuano a lavorare e i giovani no e i sindacati che fanno politica. Bergoglio ha snocciolato questi concetti durante l'incontro con i delegati della Cisl. E le sue parole sono state chiarissime e durissime quando ha sollecitato l'urgenza di un nuovo patto sociale per il lavoro, che riduca le ore di lavoro di chi è nell'ultima stagione lavorativa, per creare lavoro per i giovani che hanno il diritto-dovere di lavorare.
Ha definito stolta e miope la società che costringe gli anziani a lavorare troppo a lungo e obbliga una intera generazione di giovani a non lavorare quando dovrebbero farlo per loro e per tutti. E ha parlato anche delle pensioni d'oro che sono un'offesa al lavoro non meno grave delle pensioni troppo povere. E infine un richiamo, una bacchettata al sindacato che rischia di smarrire la sua missione e diventare troppo simile alla politica o meglio ai partiti politici, che pensano soltanto al potere.
Come non essere d'accordo con quanto detto da papa Francesco, come non essere d accordo con le sue parole di denuncia? Più volte abbiamo concordato con i suoi moniti, oggi più che mai perché parla di lavoro e di giovani, di discriminazioni e ingiustizie.
Sarebbe bello che questi moniti fossero raccolti da chi fa le leggi, dai nostri politici, dai nostri amministratori, e che ci si impegnasse per una società più giusta e più rispettosa dei diritti di tutti. Invece, siamo sfiduciati perché vediamo che non c'è la volontà di cambiare le cose, perché spesso ci ritroviamo a raccontare di corruzioni e furbetti, come l'ultimo caso degli impiegati del comune di Piacenza, una cinquantina, che timbravano il cartellino e si andavano a fare i fatti loro, chi in palestra chi a fare la spesa. Un altro scandalo, un'altra vergogna di questo Paese pieno di impuniti e di furbetti, e meno male che c'è il Papa a dire cose giuste, a lanciare un messaggio di speranza.
Come non essere d'accordo con quanto detto da papa Francesco, come non essere d accordo con le sue parole di denuncia? Più volte abbiamo concordato con i suoi moniti, oggi più che mai perché parla di lavoro e di giovani, di discriminazioni e ingiustizie.
Sarebbe bello che questi moniti fossero raccolti da chi fa le leggi, dai nostri politici, dai nostri amministratori, e che ci si impegnasse per una società più giusta e più rispettosa dei diritti di tutti. Invece, siamo sfiduciati perché vediamo che non c'è la volontà di cambiare le cose, perché spesso ci ritroviamo a raccontare di corruzioni e furbetti, come l'ultimo caso degli impiegati del comune di Piacenza, una cinquantina, che timbravano il cartellino e si andavano a fare i fatti loro, chi in palestra chi a fare la spesa. Un altro scandalo, un'altra vergogna di questo Paese pieno di impuniti e di furbetti, e meno male che c'è il Papa a dire cose giuste, a lanciare un messaggio di speranza.
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