giovedì 13 luglio 2017

La mafia è più viva che mai

Editoriale Radio Onda Libera dell'11 luglio 2017
 
Un grave atto vandalico è accaduto a Palermo ,dove è stata decapitata la statua di Giovanni Falcone, il magistrato antimafia ucciso con il tritolo il 23 maggio del 1992 insieme alla moglie e alla sua scorta lungo l'autostrada, all'altezza di Capaci.
Un segnale, questo, che non può essere liquidato soltanto come una bravata di ragazzi. E no, perché il fatto è accaduto in una scuola, li era sistemata la statua del simbolo dell'antimafia ed era stata sistemata proprio per far ricordare alle giovani generazioni il sacrificio di un magistrato che ha speso la propria vita per combattere Cosa nostra.
E quella scuola non è nuova a danneggiamenti del genere, d'altra parte si trova nello Zen, uno dei quartieri più degradati della città, e forse per questo non hanno fatto notizia più di tanto.
Ma un altro aspetto da segnalare è che negli ultimi tempi la mafia continua a farsi sentire con minacce, omicidi e messaggi più o meno espliciti. Per più di un osservatore del fenomeno si tratta di segnali evidentissimi, e cioè che si possono organizzare tutte le iniziative e le manifestazioni a favore della legalità ma a comandare quei territori, quei quartieri, sono sempre loro, è sempre la mafia.
E questa è la constatazione più amara perché vuole dire che Cosa nostra è più viva che mai, che nonostante gli arresti e anche le morti dei vecchi padrini, la criminalità organizzata si rinnova e prospera peggio di prima. Forse anche avvalendosi di nuovi strumenti tecnologici di piattaforme virtuali, di armi più sofisticate, ma ciò che rimane solida e inattaccabile è la cultura mafiosa, la mentalità di uno Stato parallelo a quello legale, che in certe zone del Paese, è triste ammetterlo, tutela e garantisce di più i cittadini.

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