mercoledì 19 luglio 2017

Festival "sovrapposti", soliti problemi

Editoriale Radio Onda Libera del 17 luglio 2017
 
Sono finiti i grandi festival, è calato il sipario ieri su Umbria Jazz e sul Festival dei due mondi di Spoleto. Due grandi rassegne, due prestigiose vetrine per l'Umbria. Ma come è andata? Qual è il bilancio? Diciamo subito che è un bilancio in chiaroscuro, positivo e di successo per Spoleto, negativo per Umbria Jazz che ha contato 10mila spettatori in meno, gli incassi sono stati 700mila euro, mezzo milione in meno rispetto all'altra edizione
Ma gli organizzatori vogliono vedere il bicchiere mezzo pieno nonostante il calo di spettatori paganti e incassi e hanno parlato di un festival di qualità dal punto di vista artistico. E non hanno neppure perso l'occasione di polemizzare con Spoleto che ha molti più solidi di finanziamenti.  Tra le altre cose che hanno influito sui conti di Umbria Jazz, ma non si sa in che misura, secondo gli organizzatori anche le misure di sicurezza.
Per il festival di Spoleto invece si parla di edizione eccezionale, presenze in crescita e incassi record. E qualche punta di polemica nei confronti di Umbria Jazz il cui patron ha detto di non aver tutti i soldi che arrivano a Spoleto. Il sessantesimo festival è stato lusinghiero dal punto di vista dei risultati, ieri in piazza Duomo il maestro Muti ha chiuso il sipario e si guarda già all'anno prossimo. Ma prima qualche numero. Le presenze sono state quasi 90mila, ossia 10mila in più dello scorso anno "mentre nel 2008 – ricorda Ferrara, quell’anno alla sua prima edizione da direttore artistico – le presenze furono 15 mila".
Crescono anche gli incassi della biglietteria, che già dopo il primo weekend di aveva realizzato il suo record, eguagliando il bilancio finale del 2016, quando dal botteghino arrivano 670mila euro: "I conti li chiudiamo lunedì – va avanti Ferrara – ma siamo comunque oltre gli 860mila euro mentre dieci anni fa giravamo intorno al mezzo milione".
Fin qui i numeri ma una considerazione va fatta. E purtroppo è sempre la solita che facciamo da anni. E cioè che i due festival si sovrappongono, che a meno che non posseggano il dono dell ubiquità, spettatori e turisti non si possono dividere e quindi pur se le proposte sono interessanti bisogna rinunciare a una delle due. Ora, visto che il turismo soprattutto dopo il terremoto ha penalizzato e sta penalizzando la regione, ma questo è un discorso che non è valso per Spoleto, dobbiamo riconoscerlo, possibile che non esiste una cabina di regia che impedisca il vecchio annoso problema della sovrapposizione delle date? Possibile che la Regione che sborsa fior di denaro pubblico per le due manifestazioni non sappia imporsi verso gli organizzatori e pretendere un non accavallamento delle date? È una richiesta elementare, se gli organizzatori non ci sentono si possono sempre chiudere i cordoni della borsa. O no?

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