mercoledì 19 luglio 2017

L'Italia non è per i giovani

Editoriale Radio Onda Libera del 18 luglio 2017
 
In Italia quasi un giovane su cinque, nella fascia tra 15 e 24 anni, non ha e non cerca un lavoro, né è impegnato in un percorso di studi o di formazione. Si tratta dei cosiddetti Neet e il nostro Paese vanta uno dei tassi più alti d'Europa: 19,9% contro una media nel Continente dell'11,5%. È uno dei dati che emerge dall'indagine 2017 sull'occupazione e sugli sviluppi sociali in Europa (Esde) pubblicata oggi dalla Commissione.Lo studio rileva inoltre come l'Italia sia anche il Paese dove il numero di lavoratori autonomi è fra i più alti d'Europa (più del 22,6%), la differenza fra uomini e donne che lavorano è al 20,1%, e il numero di persone che vivono in condizioni di povertà estrema (11,9%) è aumentato fra 2015 e 2016, unico caso in Ue con Estonia e Romania.
Che dire di questi numeri? Che l'Italia non è un Paese per giovani. Lo sappiamo bene, ormai da tempo. Infatti, per ogni 100 ragazzi sotto i 15 anni, ci sono quasi 160 italiani oltre i 65. E nei prossimi 10 anni, secondo l'Istat, sono destinati a crescere in misura esponenziale. Fin quasi a 260. D'altronde, l'età mediana, nel nostro Paese, sfiora i 50 anni. Sono dati ormai noti, anche ai non addetti ai lavori. Basta guardarsi intorno per accorgersi che i giovani e i giovanissimi sono una razza in via di estinzione. In più ci aggiungiamo anche la mancanza di lavoro e il gioco, si fa per dire, è fatto. E già, il lavoro è un miraggio e quando c'è è sottopagato, condannando a una vita da precari.
L'unica via di uscita per crearsi un futuro è andare all'estero. Insomma l'Italia sta diventando un Paese senza più speranza. Questi dati, queste classifiche che parlano da sole, dovrebbero preoccupare chi ha la responsabilità di governo. Invece i nostri politici non ascoltano, chiusi nei loro palazzi e nel loro immobilismo.

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