lunedì 17 luglio 2017

Nessuno fa abbastanza per i poveri

Editoriale Radio Onda Libera del 14 luglio 2017
 
Il numero di poveri assoluti è raddoppiato dal 2005. Peggiora la situazione per le famiglie numerose e i giovani. Intanto qualche dato diffuso dall'Istat in riferimento all'anno 2016. Sono 4,7 milioni i residenti in Italia che vivono in condizioni di povertà assoluta. Un trend che è in linea con quello dello scorso anno e che interessa in misura maggiore gli under 34 e le famiglie con tre o più figli minori. Un dato che sale a 8,4 milioni di persone se si considerano anche i soggetti che vivono in condizioni di povertà relativa.Nel 2016 si stima siano 1 milione e 619mila le famiglie residenti in condizione di povertà assoluta, nelle quali vivono 4 milioni e 742mila individui.
L'incidenza di povertà assoluta per le famiglie è pari al 6,3%, in linea con i valori stimati negli ultimi quattro anni. Per gli individui, l'incidenza di povertà assoluta si porta al 7,9% con una variazione statisticamente non significativa rispetto al 2015 (quando era 7,6%).
La povertà assoluta aumenta al centro. L'incidenza in termini sia di famiglie (5,9% da 4,2% del 2015) sia di individui (7,3% da 5,6%). In Umbria L’11,8 delle famiglie si trovano in una condizione di “povertà relativa” ovvero in una condizione di difficoltà nella fruizione di beni e servizi in rapporto al livello economico medio di una famiglia tipo (mentre la povertà assoluta esprime l’incapacità di acquisire i beni e i servizi, necessari a raggiungere uno standard di vita minimo accettabile nel contesto di appartenenza).
Il dato dell'Umbria è il peggiore del centro Italia, con l’11,8 per cento contro il 9,7 del Lazio, l’8,9 delle Marche e il 3,6 della Toscana.
Resta il Mezzogiorno l'area del Paese con l'incidenza più elevata (8,5%).
Che dire di fronte a queste cifre? Solo qualche breve commento. I numeri sulla povertà sono incredibili, impressionati, da soli dovrebbero smuovere le persone, le coscienze e soprattutto le agende politiche, come ha detto il segretario generale della Conferenza episcopale italiana Galantino.
In realtà questi dati confermano che c'è stato un altro fallimento perché non si è riusciti a fare nulla, che i poveri continuano a essere tanti, troppi. Il fatto è che la colpa in primis è della politica che non attua azioni efficaci per il lavoro ma la responsabilità è di tutte le componenti della società, Chiesa compresa, se permettete. Che oltre a parlare potrebbe fare di più anche su questo oltre che su un'altra partita gigantesca come quella dei migranti.

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