giovedì 20 luglio 2017

La "carica" dei 700mila

Editoriale Radio Onda Libera del 19 luglio 2017
 
Su scuola e supplenti le notizie sono diverse. La prima è che sono state presentate 700mila domande per un posto da supplente temporaneo nelle scuola italiane. E il termine scadeva il 24 giugno. La seconda notizia è che il sito del ministero è andato in tilt per l'inserimento dei dati finalizzato alle graduatorie. In pratica 150 domande al minuto e il sito del ministero dell’Istruzione ha sballato lasciando migliaia di precari in panne.
E' quanto sta accadendo in queste ore ai docenti supplenti che devono aggiornare le graduatorie d’istituto per fare i supplenti attraverso l’invio del cosiddetto modello B con cui vengono scelte le scuole dove potranno prestare servizio.
A creare l'impasse sembra essere la scadenza del 25 luglio che per ora, nonostante le richieste delle organizzazioni sindacali, il Miur non intende modificare. Entro quella data, infatti, le scuole devono controllare e inserire nel sistema i dati dei docenti che intendono candidarsi a ricoprire questo ruolo.
Un caos originato dal fatto che per fare il supplente temporaneo – ovvero quello che viene chiamato per coprire qualche giorno di malattia o un permesso familiare del docente di ruolo assente – non è necessario avere una laurea perciò questa possibilità di lavoro è ben vista da migliaia di giovani universitari.
Sicuramente nessuno si aspettava più di 700mila domande per il rinnovo delle graduatorie d’istituto e questo è significativo dello stato occupazionale del Paese, ma ciò non giustifica le enormi difficoltà che si stanno affrontando per la compilazione del modello B. Il sistema è completamente bloccato senza che al ministero sappiano spiegarne le cause. E già si parla di rivalsa e ricorsi, classico di questo Paese, perché a essere danneggiati sono tutti, gli studenti e le famiglie, le segreterie delle scuole sovraccaricate di tutto il lavoro che il sistema informatico non riesce a svolgere e i precari che rischiano di subire penalizzazioni a causa dei malfunzionamenti continui fino a pregiudicarne la stessa opportunità di lavorare.

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