sabato 12 luglio 2014

Il "partito della poltrona" non molla

Editoriale Radio Onda Libera del 10 luglio 2014

Le riforme tengono banco e dettano l'agenda politica. Ma il percorso è accompagnato da polemiche, per non dire altro. La novità di queste ore è il rinvio a stamattina del voto in commissione sulla riforma del Senato, probabile e alto il rischio di ostruzionismo da parte dei grillini e dei vendoliani di Sel, poi nel pomeriggio il provvedimento dovrebbe arrivare in aula e lì la battaglia è garantita.
Con il testo in aula, e soprattutto con il dilemma Senato elettivo o no, si faranno vedere anche i disobbedienti, quei senatori cioè che non vogliono cambiare il meccanismo di elezione degli inquilini di Palazzo Madama. Ricordiamo che il disegno di legge di Renzi è incentrato sul fatto che il nuovo Senato, che non voterà più la fiducia, dovrebbe essere composto da sindaci e consiglieri regionali già eletti, di conseguenza verrebbe meno il bicameralismo, il fatto che le leggi devono passare in due aule, e soprattutto verrebbero tagliati 315 parlamentari.
Una grande novità se il provvedimento arriverà a conclusione. Ma c'è un ma. E' naturale che da una parte e dall'altra ci siamo forti opposizioni perché si tratta di eliminare comode poltrone e lauti stipendi. Da un punto di vista politico invece una riforma del genere è necessaria, indispensabile per far capire alla gente che anche la politica taglia una parte di se stessa, per renderla più efficiente e meno cara.
Sul discorso dell'elezione diretta dei senatori, fanno sorridere coloro che dicono che si tratta di un attacco alla democrazia perché questi signori si dimenticano che oggi abbiamo un Parlamento di nominati, che il diritto dei cittadini è già umiliato perché corretto a votare liste bloccate scelte dai capi bastone dei partiti. La verità vera è che rinunciare ai propri privilegi e ai propri posti non è facile. Anzi, va combattuto chi vuole cambiare le cose.  E ciò è una conferma della qualità, della brutta qualità, di questa classe politica.


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