domenica 20 luglio 2014

Collegi e alleanze, la politica vivacchia

Il punto del direttore del 20 luglio 2014

La politica umbra vivacchia, si trascina stancamente in questa estate dalle temperature altalenanti e non si preoccupa di sfornare grandi sussulti o grandi idee. La mente è rivolta a settembre, a quando riprenderanno i lavori e si dovrà decidere il da farsi. Le regionali incombono, dopo le ferie mancheranno sei mesi all'appuntamento con le urne. Insomma queste sono le ultime, poche, settimane di ricreazione. Poi la campanella suonerà e si dovrà rientrare nei ranghi.
Questa la premessa. Due comunque le questioni scritte in cima all’agenda di settembre.

La prima si chiama legge elettorale regionale, le regole cioè per lo svolgimento delle elezioni del 2015. Gli ottimisti pensavano a un percorso celere, a un’approvazione addirittura dopo le ferie. Così non sarà perché le posizioni sono distanti anni luce, perché ancora non è stato sciolto il dilemma collegio unico o più collegi, perché non c’è accordo su elezione diretta o doppio turno, perché va discusso perfino il capitolo premio di maggioranza e analizzato quello delle preferenze di genere. Solo su un concetto pare che ci sia condivisione e unanimità di vedute, sull’abolizione del listino, altrimenti detto porcellum in salsa umbra. Ma su questo bisogna stare attenti perché di solito c’è una tecnica molto usata in politica, che è quella di far rientrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta. Tradotto vuol dire che si fa finta di cancellare il listino e poi si trova l’escamotage per farlo riapparire. Di queste furberie, diciamolo subito, non ne vorremmo vedere più e non ne sentiamo neppure il bisogno.
L’aspetto singolare è che sulla legge elettorale le divisioni attraversano e lacerano i partiti a tutti i livelli, compreso quello geografico. Succede all’interno del Partito democratico che a Perugia la pensa in un modo e a Terni in un’altra. E la sintonia manca ovviamente anche dentro le coalizioni, c’è chi la vuole cotta e chi la vuole cruda, chi la vuole bianca e chi nera.
La seconda questione, strettamente legata alla prima, attiene al tema delle alleanze.
Prima di rappresentare lo stato dell'arte, va ricordato che oggi come oggi la politica è cambiata e cambia a ritmi talmente veloci e chi si estranea o si distrae per qualche tempo rischia veramente di non raccapezzarsi più perché il mutamento frenetico polverizza sigle, rapporti e paradigmi. Gli schieramenti di una volta, basti pensare alle scorse regionali, ma anche alle ultime politiche, sembrano titoli e reperti di archeologia. La costruzione delle alleanze sarà un lavoro faticoso e forse anche lungo perché non è palese e quantificabile il peso di ogni forza invitata ad accomodarsi al tavolo. Quindi, ergo, potrebbe esserci la sensazione di lavorare al buio, senza orientamento e senza bussola, e senza, e questa è la cosa più grave, una cornice, un perimetro entro cui muoversi.
Per esempio, a Palazzo Donini governa una maggioranza diciamo storica, vale a dire Pd, Rifondazione, Psi e Italia dei valori. E’ immaginabile e soprattutto concepibile oggi una conferma pari pari di tale cartello? Onestamente no, anche pensando alla recente e clamorosa disfatta di Perugia. E poi tutti i partiti sono stati misurati dal voto nel corso di quest'ultimo quinquennio e il bottino di consenso non è più lo stesso, si è molto dimagrito se non prosciugato. E quindi nella ricerca di nuovi e inediti partner, nella formazione di alleanze alternative, ecco scatenarsi la fantasia, le voci, i bisbigli. Ma anche ipotesi buttate là, ritenute azzardate e spregiudicate. Come lo smantellamento dell’asse a sinistra con il Pd che guarderebbe con attenzione al Nuovo centrodestra per riprodurre la coalizione romana. Oppure il desiderio di partitini di sinistra che pensano di mettere insieme le proprie debolezze sognando di diventare dei giganti. O ancora i veti e/o i corteggiamenti che si incrociano su chi come il sindaco di Assisi Claudio Ricci è già da un pezzo in campagna elettorale per conto suo al di fuori dei partiti e degli schieramenti. Insomma di carne al fuoco ce n’è parecchia ma i tempi non sono ancora quelli giusti. Così la politica umbra si può godere l’estate nel tentativo di ritemprarsi pensando alle scadenze dell’autunno e sperando soprattutto che settembre non sia troppo caldo.

anna.mossuto@gruppocorriere.it
www.annamossuto.it

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