domenica 28 aprile 2013

Il cambiamento non va osteggiato

Il punto del direttore del 28 aprile 2013

Cambiamento è una parola invocata, auspicata, a volte strillata. Nei discorsi non c’è frase in cui non compare, soprattutto di questi tempi e in queste ore in cui il presidente incaricato Enrico Letta ha varato il nuovo governo. Nei fatti e nei comportamenti invece la richiesta di mutare il passo è ignorata, perfino temuta, osteggiata. A chiedere a gran voce il cambiamento sono i giovani democratici che da quasi una settimana si sono organizzati in OccupyPd, una pacifica e simbolica occupazione delle sedi dei partiti in diverse città d’Italia, tra cui anche Perugia. Ma la manifestazione non è vista di buon occhio dal gruppo dirigente, dall’apparato classico. Anzi.
E a denunciarlo sono sempre loro, gli YoungDem, che con l’ultima nota diffusa sollecitano un confronto in un luogo aperto, non nel chiuso delle segreterie, perché vogliono “cambiare il partito, non cambiare partito”. A spiegare l’origine e le ragioni della contestazione ci hanno provato, e tutto è partito dal brutto spettacolo andato in scena a livello romano, spettacolo che ha mostrato un Pd lacerato, in brandelli, popolato da traditori. Ecco di fronte a questo, i giovani, prima disorientati e poi disgustati come hanno ammesso loro stessi, hanno deciso di reagire, di uscire allo scoperto, di fare qualcosa. Per una discussione, franca e rapida, sul senso, sulla direzione del Pd. Non è una richiesta astrusa o campata per aria, è la supplica di cambiare rotta, di smetterla con le guerre tra bande che infestano da anni il partito e lo stanno portando alla disintegrazione
Ma i maggiorenti non ci sentono, fanno orecchie da mercanti, sono sordi ai loro appelli e anzi si mostrano quasi infastiditi dall’OccupyPd. Non è arrivata una presa di posizione ufficiale neppure dalle altre componenti che si vogliono distinguere dal modo “vecchio” di fare politica, cioè i giovani turchi o i renziani.
Da non dimenticare poi che anche prima di questa mobilitazione una spaccatura dentro il Pd si era prodotta con il documento, durissimo, dei 18 ex Margherita che avevano accusato la segreteria di non aver fatto un’analisi della sconfitta del voto elettorale, di non spingere per le riforme e di continuare a vivacchiare con un partito pesante. Anche in quel caso, avvenuto a metà mese, nessuna reazione, solo silenzio.
La sede dove affrontare la questione, dall’autocritica alla proposta per un vero cambiamento, è il congresso regionale, annunciato ma non fissato. Eppure i tempi stringono, dai territori arrivano pressioni e malumori, ma i vertici del partito sembrano imbambolati, senza sapere che pesci prendere, che strada percorrere. La tattica pare quella dell’attendismo, della “nuttata” che deve passare, della bacchetta magica che mette a posto ogni tassello. Certo, come inneggiano gli striscioni per il cambiamento ci vuole coraggio. Ma il coraggio, bisogna ricordarsi, che non si acquista al supermercato, se uno non ce l'ha non può farselo venire.
A proposito di cambiamento, va salutata con apprezzamento e sostenuta la proposta lanciata su queste colonne dall'onorevole del Pd Walter Verini che ha chiesto di far salire sul palco per la Festa del Lavoro anche gli imprenditori insieme ai sindacati. Sarebbe veramente un bel segnale, importante e significativo, se il Primo maggio alla manifestazione nazionale indetta da Cgil-Cisl-Uil che si terrà proprio a Perugia partecipassero anche coloro che il lavoro lo forniscono, tra mille difficoltà e una crisi economica spaventosa. Perché il destino di lavoratori e imprenditori è oggi quanto mai legato, viaggia nella stessa direzione. E il Primo maggio perugino potrà rappresentare una sorta di patto, un grande patto, tra chi offre e chi cerca lavoro, tra impresa e lavoro per tentare di uscire, insieme, dalla situazione drammatica in cui ci troviamo. Una situazione fatta di aziende che chiudono, di precari sempre più precari, di lavoratori licenziati o cassaintegrati. Un segnale forte, di valore, non solo simbolico. Un segnale di cambiamento, appunto.

anna.mossuto@edib.it
www.annamossuto.it

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