martedì 9 aprile 2013

Crescono i licenziamenti
e la politica resta a guardare

Editoriale Radio Onda Libera dell'8 aprile 2013

Nell'arco del 2012 i licenziamenti hanno superato quota un milione (1.027.462), con un aumento del 13,9% rispetto al 2011 (quando sono stati 901.796). E' quanto risulta dai dati del ministero del Lavoro. Nel solo ultimo trimestre sono stati 329.259 con un aumento del 15,1% rispetto allo stesso periodo 2011.
Nell'intero 2012 sono stati attivati circa 10,2 milioni di rapporti di lavoro a fronte di quasi 10,4 milioni cessati, nel complesso, tra dimissioni, pensionamenti, scadenze di contratti e licenziamenti. I licenziamenti registrati nel periodo riguardano sia quelli collettivi, sia quelli individuali (per giusta causa, per giustificato motivo oggettivo o soggettivo). Insomma il saldo e' negativissimo. E la gente e' sempre più esasperata. Basta ricordare quello che la cronaca ci racconta. Gli ultimi tre suicidi nelle Marche parlano da soli.
E abbiamo la sensazione che purtroppo la classe politica non si rende conto della situazione, della sofferenza e della disperazione di lavoratori che perdono il posto, di imprenditori costretti a chiudere le aziende, di giovani che non riescono a trovare un'occupazione.
Nei Palazzi della politica continuano a fare i soliti siparietti, a rimpallarsi la palla per la formazione del nuovo governo e nel frattempo il Parlamento e' bloccato. Invece potrebbe lavorare, le commissioni si potrebbero tranquillamente costituire se solo i nostri onorevoli ne avessero voglia.
La verità e' che si va ancora avanti con le vecchie logiche della spartizione. E le commissioni, che sono il cuore del lavoro parlamentare, diventano merce di scambio tra i partiti. Intanto il Paese retrocede sempre di più.

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