lunedì 22 aprile 2013

Al Quirinale col cappello in mano

Editoriale Radio Onda Libera del 22 aprile 2013

Il presidente della Repubblica è sempre Napolitano. I grandi elettori  non sono stati capaci di trovare e votare un successore per il Colle.  E quindi più per necessità che per volontà si sono presentati con il cappello in mano e hanno implorato Napolitano di disfare gli scatoloni e accettare un altro mandato. Una scelta che sancisce il fallimento della politica, di questi politici. Anche se viene fatta passare come un atto di grande livello. Solo dalla parte del Quirinale può essere vista come una decisione di generosità e un dovere verso questo Paese.

La verità è che dopo aver immolato Marini e aver impallinato Prodi i partiti, in particolare il Pd che si letteralmente spappolato, non sapevano che pesci pigliare e come uscirne. Allora, hanno pensato di chiedere aiuto all'unico personaggio credibile consegnandogli le chiavi dell'Italia.
E ora che succede? Sicuramente Napolitano vuole la disponibilità di tutti senza condizioni e  darà un governo al Paese a sua immagine e somiglianza. Quindi un governo forte, di salvezza nazionale che lavori da subito, visto che sono passati due mesi dalle elezioni, al programma dei saggi. L'augurio e' che il presidente non si lasci imprigionare dai veti dei signori del parlamento, che soprattutto faccia capire che la ricreazione è finita, che l'irresponsabilità venga messa da parte. 
A rimetterci di più, in modo profondo e forse irreversibile, da questa storia è il Partito democratico che ha confermato l'esistenza al suo interno di una guerra tra bande e di un bel numero di traditori. I vertici, da Bersani e Bindi, sono dimissionari e in queste ore decideranno il da farsi. Di sicuro questi signori hanno rimediato una brutta, bruttissima figura, firmando insieme agli altri una misera pagina della nostra vita politica.

 

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