Un fatto insolito in politica. Oscar Giannino si e'
dimesso da leader del movimento Fare per fermare il declino. Perché avrebbe
detto delle bugie sul suo curriculum. A proposito di un master a Chicago e sui
suoi titoli di studio. Giannino ha applicato a se stesso la regola del "chi
sbaglia paga". Quindi dimissioni irrevocabili arrivate dopo le scuse per
la stupidaggine commessa e dopo la promessa di rifiutare l'eventuale seggio in
Parlamento.
Allora, qualche considerazione in merito va fatta. Prima
di tutto va detto che gli errori, anche in buona fede, vanno sempre
riconosciuti. E' una questione di coerenza e onesta' intellettuale. E quello di
Giannino e' uno sbaglio, come ha ammesso lui stesso. Poi, e in questo sta la diversità, Giannino ha applicato a
se stesso il criterio invocato per i politici in generale. E quindi ha mollato.
E oggi come oggi una scelta del genere nel nostro Paese e' un'eccezione, una
cosa rara.
Ora, di fronte a tanti scandali, a tante ruberie, a tante
nefandezze ben più gravi, dalle case comprate e occupate a insaputa, da un
Parlamento che si occupa della finta nipote di Mubarack, dai soldi pubblici
spesi in ostriche e nutella, scandalizzarsi per un curriculum taroccato e'
esagerato, a nostro avviso, fermo restando che e' sempre un fatto grave mentire
agli elettori, quindi tanto di cappello a Giannino. Poi, sicuramente e' sospetto che la denuncia sul master
sia arrivata a cinque giorni dal voto. E sia arrivata da un cofondatore del
partito. Pare una polpetta avvelenata cucinata ad arte. Per indebolire un
candidato che da' fastidio.
In conclusione, la nota di colore su questa vicenda l'ha
firmata il capolista umbro alla Camera Guarducci che da ieri sta girando per
Perugia con la laurea incorniciata.
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