domenica 10 febbraio 2013

Con le liste e il listino
sparisce il santino

Il punto del direttore del 10 febbraio 2013

Due settimane e poi avremo il nuovo Parlamento e anche il nuovo Governo. Quindici giorni ancora di campagna elettorale, di incontri e conferenze, qualche spot in televisione, qualche cena e basta. Grazie a questa legge elettorale non è come una volta. Per esempio i santini non si stampano più con grande dispiacere delle tipografie, tanto i candidati per il porcellum sono un orpello, quello che conta è il partito e anzi l’ordine di lista. Anche i comizi fanno parte del passato perché il contatto con i cittadini non è necessario, del resto mica si scelgono i rappresentanti da mandare a Roma... No, quelli che andranno nei Palazzi della politica saranno tutti nominati, non eletti. Unica eccezione è Grillo, che riempie le piazze, dal nord al sud della penisola, dimostrando di non disdegnare il confronto con la gente.
Per il resto c’è da segnalare qualche assemblea organizzata da associazioni di categorie e qualcuna di queste è riuscita a rimediare una brutta figura oltre a una caduta di stile. Perché? Beh, hanno invitato solo alcuni candidati di qualche partito. Non si capiscono le ragioni dell’esclusione di altri, forse il non gradimento a Tizio o Caio è dovuto al fatto che corrono per una lista concorrente. Eppure una sorta di par condicio o meglio di equilibrio sarebbe stata apprezzata oltre che intelligente dal momento che sul tavolo vengono messi i problemi di un settore.
Invece a volte si diventa piccoli piccoli in una difesa strenua dei propri interessi e si accentuano le diversità pseudo ideologiche.
E’ successo anche di peggio in questo clima abbastanza infuocato nonostante il freddo siberiano della stagione. Vale a dire che alcuni esponenti di un certo livello istituzionale hanno rivolto critiche e commenti pesantissimi verso coloro che si sono permessi di manifestare visibilmente contro l’aumento delle tasse. Il tenore di certe frasi lascia senza parole perché non è accettabile che in un Paese democratico non è possibile manifestare o esprimere il proprio parere. Tipo guai a chi disturba il manovratore. Ma vivaddio stiamo per entrare nella terza Repubblica e ci portiamo dietro e dentro ancora atteggiamenti per così dire di intolleranza...Vogliamo credere che il cambiamento sia nell’aria, che certi modi di fare siano superati in fretta perché appartengono alla seconda Repubblica, che per certi versi è stata peggiore della prima, e rientrano nella vecchia politica anche se le parole sono uscite dalle bocche di giovani politicanti.
Da segnalare invece il passaggio in consiglio regionale della riduzione, in osservanza a una legge nazionale, del numero dei consiglieri regionali che da 30 scendono a 20 (più il presidente) e del numero degli assessori che da 8 calano a 5. Tutto secondo previsioni, niente di che, per carità. Sarebbe invece da plaudire se l’assemblea di Palazzo Cesaroni dimostrasse un po’ di coraggio e abolisse il listino regionale, il porcellum di casa nostra, che permette a certi signori di sedere sugli scranni del consiglio senza essere votati.
E’ una battaglia questa contro il listino regionale che tutti a parole dicono di voler fare e poi tutti nei fatti e nei comportamenti lo difendono. Perfino l’opposizione di centrodestra che lo ha voluto insieme alla maggioranza e che non beneficerà mai se non vincerà qualche volta le elezioni.
Comunque, a parte questi episodi che purtroppo non aggiungono e non tolgono nulla al pensiero comune, a spaventare e magari a far riflettere dovrebbero essere altri numeri. Quelli terribili che quotidianamente vengono diffusi e che testimoniano lo stato profondo della crisi anche in questa regione. Ne scegliamo due per tutti. Secondo la Cgil in due mesi sono stati licenziati 1.476 lavoratori. Una cifra impressionante che lascia basiti. Poi, a parere dell’Istat il reddito di ogni umbro è di 17.885 all’anno. In base a questo l’Umbria è collocata tra le regioni del centro sud, o cambiando la prospettiva all’ultimo posto tra quelle del centro nord. Due dati questi che dovrebbero solo far riflettere ed elaborare qualche azione per la crescita, il lavoro e lo sviluppo.
anna.mossuto@edib.it
www.annamossuto.it

Nessun commento:

Posta un commento