domenica 17 febbraio 2013

Il voto è sempre utile
A volte pure il silenzio

Il punto del direttore del 17 febrraio 2013

Di solito durante la campagna elettorale se ne sentono tante, tantissime, di chiacchiere. Di promesse, di impegni e anche di bufale. Se ne raccontano di più su scala nazionale perché la cassa di risonanza è più ampia. Ma anche a livello locale se ne sparano tante, e provenienti in modo bipartisan dalla bocca di piccoli, medi e grandi leader. Può anche capitare che a pronunciarle sia un esponente di spicco, di primissimo piano, che transita qualche ora da queste parti e in questo caso l’effetto è moltiplicato.
Come per esempio quando il presidente del Consiglio Mario Monti a una manifestazione di partito nel cuore di Perugia ha sentenziato che il modello Umbria non funziona più. E che bisogna cambiare passo, darsi un progetto per il futuro. Parole per la verità condivise anche da personaggi del posto che senza pregiudizi e senza paraocchi vedono la realtà delle cose e da tempo lanciano messaggi, sollecitano a non stare con le mani in mano a crogiolarsi nel passato.
Certo, è stata comprensibile la reazione stizzita di chi governa che ha accusato il professore di essere responsabile della politica di recessione. Ma forse sarebbe il caso di uscire dalla polemica sterile e volare un po’ alto. Pensare al bene di questo territorio, riflettere e decidere seriamente sul da farsi, senza prendersela più di tanto per una bacchettata e senza rinfacciarsi colpe antiche.

Insomma se qualcuno, Monti in questo caso, critica il modello Umbria e invita a guardare avanti, forse sarebbe opportuno oltre che intelligente raccogliere l’invito e non chiudersi a riccio respingendo al mittente le dichiarazioni come se fossero critiche di lesa maestà. Sempre a proposito di chiacchiere in libertà, da registrare il fenomeno di organismi di categorie che come vere lobbies organizzano riunioni elettorali. Si tratta di incontri ristretti, qualche decina di sedie e giusto un’oretta di tempo per una passerella con un accenno al programma. Ma il fatto più sorprendente che gli inviti vengono fatti a sorte, anzi meglio dire per simpatia. Il determinato sindacato o la determinata associazione chiama i candidati “vicini” ed esclude non solo quelli “lontani” ma anche quelli che potrebbero dar fastidio, disturbare il partito o sottrarre voti. Una tattica di discutibile livello che testimonia come certa politica sia terra terra.
Un altro aspetto sempre attinente ai fiumi di parole, di jalissiana memoria visto che siamo in pieno Festival di Sanremo, riguarda la discussione sul voto utile. Una definizione questa non solo antipatica ma anche offensiva, a parere di chi scrive, perché innanzi tutto il voto è sempre utile perché è l’esercizio di un diritto. Poi essendo tutto relativo l’utilità di un voto non può essere assoluta, del tipo se voti tale partito è ok, se voti l’altro è sbagliato. Ogni cittadino può e deve votare come crede, senza sentirsi giudicato prima di andare alle urne. Il voto non dovrebbe avere aggettivi o appellativi, il voto è sempre utile perché affida ai cittadini il potere di scegliere da chi farsi rappresentare. Anche con una legge elettorale che tutti a parole vogliono cambiare e nei fatti nessuno tocca. Il voto è una cosa seria, merita rispetto, nonostante il porcellum, nonostante un altro Parlamento di nominati. Chi parla di voto utile farebbe bene a contare fino a mille prima di azionare il cervello, anzi farebbe meglio a zittire. Perché in certe occasioni, anche durante la campagna elettorale, il silenzio può risultare d’oro

anna.mossuto@edib.itwww.anna.mossuto.it

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