martedì 26 febbraio 2013

E' un voto di protesta
ma non di serie B

Il punto del direttore del 26 febbraio 2013

L'Umbria rimane sempre di colore rosso anche se un po' sbiadito, a predominare e a sorprendere invece è il giallo del Movimento 5stelle. Il voto qui da noi rispecchia quello nazionale, ovviamente con le dovute differenze e le dovute proporzioni. Il Pd si conferma primo partito, il secondo è quello di Grillo, a seguire il Pdl. Così al Senato, così alla Camera.
Il boom dei grillini è impressionante, le percentuali lasciano esterrefatti e a bocca aperta i dirigenti dei partiti tradizionali che hanno incassato il risultato come un cazzotto nello stomaco. Le schede per Palazzo Madama hanno segnato il 25,3 per cento. Quelle per Montecitorio il 27,1. Numeri che spaventano, numeri che testimoniano una scelta di portata rilevante, storica.
Il voto a Grillo è un urlo forte di protesta, di rabbia, di insoddisfazione nei confronti della politica, di tutta la classe politica che non ha saputo e/o voluto dare le risposte che la gente s'attendeva. E' l'espressione di un disagio, di un malcontento profondo e lungo mesi e mesi.
E come tale questo voto non va demonizzato o ignorato. Sarebbe l'errore più grave. Va invece raccolto, capito, perché è un voto di pari dignità, non è di serie B.
Un altro dato su cui riflettere è il calo dell'affluenza. L'Umbria fino alle ultime elezioni si era sempre distinta per la partecipazione più alta rispetto alla media nazionale. Questa volta perfettamente in linea, quasi 5 punti percentuali in meno. Un segnale questo che dovrebbe indurre alla riflessione perché gli elettori hanno disertato le urne solo per disaffezione verso questa politica.
A essere puniti sono tutti gli altri partiti, o meglio tutte le coalizioni, dal centrosinistra che è sceso sotto il 40 per cento al centrodestra fermatosi appena al 25. Semiflop per Monti che è riuscito a superare l'8 e a sfiorare il 10 per cento. Fallimento totale sia per Rivoluzione civile che per Fermare il declino.
Al di là della situazione nazionale, il voto ci consegna l'ingovernabilità al Senato e forse anche un ritorno vicino alle urne, quello che non va sottovalutato è il responso a livello locale. Il giorno dopo, i voti si contano sì ma si pesano anche.

anna.mossuto@edib.itwww.annamossuto.it

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