mercoledì 30 maggio 2012

Costi e meritocrazia


Editoriale Radio Onda Libera del 15 maggio 2012

Il costo della politica. La notizia è che ogni cittadino spende 2.849 euro per i dipendenti pubblici. Ma la notizia dentro la notizia è che la produttività è in calo. Ciò vuol dire che c'è veramente qualcosa che non funziona.
Allora, se si misura il costo degli stipendi pubblici in rapporto ai cittadini, noi italiani spendiamo decisamente più dei tedeschi, dei greci e degli spagnoli. Per la verità va detto che ci sono Paesi anche più generosi dell'Italia, Per esempio il Regno Unito (3.118) e l'Olanda (3.557) e la Francia (4.001).
Il vero problema non è però il livello della spesa del settore pubblico, più o meno allineato alla media europea, piuttosto la sua efficienza. Il funzionamento della pubblica amministrazione made in Italy è messa sotto accusa infatti dalla corte dei conti che carte in mano dimostra come la produttività sia in caduta libera.
La colpa? L'assenza della meritocrazia.
E proprio il recupero di certi valori, come appunto la meritocrazia, la competenza, la professionalità dovrebbe essere la linea guida, la parola d'ordine per fronteggiare questo momento di crisi e forgiare la classe dirigente del domani.
La rivoluzione avviata dal ministro Brunetta non dovrebbe fermarsi, il successore Patroni Griffi dovrebbe continuare, del resto era suo capo di gabinetto quindi ne ha condiviso la filosofia. Ma la corte dei conti non ne è convinta visti gli ultimi accordi tra governo, regioni, province, comuni e sindacati. I dipendenti pubblici in Italia a fine 2010 erano tre milioni 458 mila 857. Ovviamente non dappertutto manca il merito, è sempre sbagliato fare di tutta l'erba un fascio, ma è auspicabile che un governo di tecnici, di professori faccia della meritocrazia un cavallo di battaglia, un fatto etico.

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