mercoledì 30 maggio 2012

Le promesse del 1 maggio


Editoriale Radio Onda Libera del 2 maggio 2012

Ieri il primo maggio, la festa del lavoro all'insegna della crisi e della disoccupazione, ma anche delle tensioni (a Torino e in Sicilia sono stati contestati Fassino e Bersani) e della musica con il tradizionale concerto a Roma.
Il capo dello Stato Giorgio Napolitano ha lanciato un appello ai partiti affinchè si trovi subito un'intesa in Parlamento sulla riforma del Lavoro. Il ministro del Welfare Elsa Fornero ha detto che «non è un bel primo maggio, manca il lavoro».
Napolitano ha richiamato poi l'importanza della crescita per risolvere il problema della disoccupazione giovanile. Ma «le misure per la crescita non cancellano il rigore. I progressi fatti hanno evitato rischi catastrofici, hanno portato a un ritorno di fiducia nella sostenibilità finanziaria del nostro Paese».
Poi un appello ai partiti, con l'invito alle «forze politiche che sorreggono il governo Monti a dare nuova prova del loro senso di responsabilità», affinché arrivino velocemente «a intese conclusive su una legge così importante e delicata» come quella della riforma del lavoro.
La Cgil chiede al governo di "cambiare la politica di rigore e recessione per fare una politica di crescita" Dopo aver chiesto di investire per creare più lavoro per i giovani, per l'istruzione e per le infrastrutture, torna a parlare delle tasse: «la prima richiesta che facciamo al governo è abbassare le tasse sul lavoro dipendente e fare una politica di sviluppo e di investimenti.
 Analogo l'appello della Cisl, che chiede al governo di tagliare le tasse sul lavoro dipendente e pensioni, perché questa è la via maestra della ripresa economica.  
E Angeletti della Uil, è pronto a togliersi il cappello se il governo riuscirà a tagliare i costi della politica, a partire dall'eliminazione delle Province. «La vera prova è vedere se sono capaci di tagliare i costi della politica e di prendersela con i più forti».
Speriamo soltanto che queste richieste, questi appelli non cadano nel vuoto e magari ripresi l'anno prossimo, per un altro primo maggio. 

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