mercoledì 30 maggio 2012

Corsivo sulla sicurezza in città


Corsivo sulla sicurezza del 9 maggio 2012

Un fatto di una gravità inaudita quello accaduto nel cuore della città. Su questo non possono e non debbono esserci dubbi. Se qualcuno prova ancora a negare il problema sicurezza o a minimizzarlo ha perso un’altra, l’ennesima, occasione d’oro per tacere anche perché sconfessato dalla realtà.  Per troppi anni, in troppe interviste, in troppe dichiarazioni, si è cercato di far passare concetti tipo che Perugia non è quella che appare, che i cattivi sono di fuori, i drogati e gli spacciatori non sono nostri, che la delinquenza tutto somamto è nella norma, che non è poi una città più insicura delle altre.
La classica politica dello struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia, reagendo quasi con stizza quando la cronaca obbliga a raccontare di furti, di scippi e di morti per overdose, e purtroppo anche di omicidi nelle case.
Il far west che si è scatenato in centro era annunciato. E forse, purtroppo, se non si cambia radicalmente e in fretta, non sarà l’ultimo.  Da anni il grado di vivibilità di Perugia è ridotto ai minimi storici, il salotto della città è in mano alle bande di spacciatori, a quei signori che martedì notte si sono accoltellati e  inseguiti per i vicoli devastando ogni cosa che capitava a tiro. Da anni le forze dell’ordine cercano garantire la tranquillità ma è una lotta impari, nei numeri e nei mezzi, contro i malviventi che stanziano a Perugia perché si fanno affari d’oro con la droga. Da anni i cittadini si lamentano e denunciano atti di vandalismo e di criminalità continui, sottolineando che per il centro non si può fare nemmeno una passeggiata in certe ore. Da anni le famiglie e i negozianti preferiscono abbandonare il centro e spostarsi in periferia. Da anni si assiste all’agonia del centro facendo finta di niente, senza fare una politica sociale attrattiva ma soltanto spallucce ed etichettando come nemici e allarmisti coloro che sollevano la questione.
Ora che fare? Nessuno ha la bacchetta magica. Ma è già un buon inizio smetterla con atteggiamenti buonisti e ipocriti perché sono soltanto patetici. Poi è indispensabile rendersi conto che il problema della sicurezza riguarda tutti, indistintamente, ed è disonesto compiere speculazioni in materia perché la serenità di un paese, di una città non è di destra o di sinistra o di centro. Il diritto a vivere sicuri è sacrosanto e appartiene a tutti i cittadini.
Che fare, allora? Assumersi tutte le responsabilità, prendere di petto la questione e individuare gli strumenti utili per reprimere la delinquenza. E quindi agire, sul serio e senza infingimenti, per far sì che le nostre strade e i nostri vicoli tornino quelli di una volta. E’ una situazione di emergenza e come tale necessita di misure eccezionali. Il pugno di ferro auspicato dal sindaco Boccali sia veramente tale. E solo quando saranno disinfestate le aree inquinate dalla criminalità, sarà possibile pensare a un progetto di prevenzione.
Le immagini della guerriglia sono sotto gli occhi di tutti: una sequenza raccapricciante di terrore, di grida, di sangue, di violenza.  Dimenticare quello che è successo significa continuare a fare del male a questa città, a renderla più povera e più brutta. 

Nessun commento:

Posta un commento