Corsivo sulla sicurezza del 9 maggio 2012
Un fatto di
una gravità inaudita quello accaduto nel cuore della città. Su questo non
possono e non debbono esserci dubbi. Se qualcuno prova ancora a negare il
problema sicurezza o a minimizzarlo ha perso un’altra, l’ennesima, occasione d’oro
per tacere anche perché sconfessato dalla realtà. Per troppi anni, in troppe interviste, in
troppe dichiarazioni, si è cercato di far passare concetti tipo che Perugia non
è quella che appare, che i cattivi sono di fuori, i drogati e gli spacciatori non
sono nostri, che la delinquenza tutto somamto è nella norma, che non è poi una
città più insicura delle altre.
La classica
politica dello struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia, reagendo quasi
con stizza quando la cronaca obbliga a raccontare di furti, di scippi e di
morti per overdose, e purtroppo anche di omicidi nelle case.
Ora che
fare? Nessuno ha la bacchetta magica. Ma è già un buon inizio smetterla con
atteggiamenti buonisti e ipocriti perché sono soltanto patetici. Poi è
indispensabile rendersi conto che il problema della sicurezza riguarda tutti,
indistintamente, ed è disonesto compiere speculazioni in materia perché la
serenità di un paese, di una città non è di destra o di sinistra o di centro.
Il diritto a vivere sicuri è sacrosanto e appartiene a tutti i cittadini.
Che fare,
allora? Assumersi tutte le responsabilità, prendere di petto la questione e
individuare gli strumenti utili per reprimere la delinquenza. E quindi agire,
sul serio e senza infingimenti, per far sì che le nostre strade e i nostri
vicoli tornino quelli di una volta. E’ una situazione di emergenza e come tale
necessita di misure eccezionali. Il pugno di ferro auspicato dal sindaco
Boccali sia veramente tale. E solo quando saranno disinfestate le aree
inquinate dalla criminalità, sarà possibile pensare a un progetto di
prevenzione.
Le immagini della guerriglia sono sotto gli occhi di
tutti: una sequenza raccapricciante di terrore, di grida, di sangue, di
violenza. Dimenticare quello che è
successo significa continuare a fare del male a questa città, a renderla più
povera e più brutta.
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