domenica 20 maggio 2012

Partiti, nervosismi e credibilità


Editoriale Radio Onda Libera del 23 aprile 2012

La politica italiana è in fibrillazione, i partiti sono in movimento pensando alle elezioni politiche previste tra un anno anche se qualcuno scommette per il voto in autunno visto proprio l'eccessiva frenesia degli ultimi giorni.
Facendo il punto, Casini ha detto che dopo le amministrative nascerà il partito della Nazione che ha lo scopo di attirare coloro che vogliono perseguire una linea moderata. Gli ha risposto subito Alfano sostenendo che Berlusconi e il Pdl saranno artefici della piu grossa novità politica degli ultimi 20, una sorta di predellino o predellone.

Dentro il Pd non stanno fermi perché le agitazioni tra l'anima margherita e gli ex Ds si sono intensificate e sembrano esplodere da un momento all'altro.
Intanto una ricerca della Luiss incorona un ipotetico movimento di Mario Monti come il primo partito italiano. Una sua lista prenderebbe il 30 per cento dei voti, togliendo il 10% al Pd e il 7% al Pdl, surclassandoli in caso di elezioni politiche. E questo nonostante la sua popolarità sia calata sotto il 50 per cento. Sui sondaggi, però, pesa l'incognita degli astenuti, che potrebbero toccare il 40 per cento, e degli indecisi, attualmente al 20 per cento. In pratica nella transizione tra la fine del governo Berlusconi e la messa in opera dei tecnici, sono finiti a spasso la bellezza di 16 milioni di voti. Sedici milioni di elettori sono “in cerca di partito”.
Numeri come questi non si vedevano dalla fine della Prima Repubblica, dal dopo Tangentopoli, da quando quei voti in uscita dai grandi serbatoi dei partiti di governo (fondamentalmente Dc e Psi), finirono per premiare l’offerta nuova di Lega Nord e Forza Italia, a scapito di chi restò in piedi (il Pds).
Oggi ci ritroviamo a vivere un altro momento di passaggio, con la gente sempre più sfiduciata verso i partiti e per questo orientata verso l'astensionismo.
Del resto se i partiti non cambiano veramente pelle, se non si rinnovano e soprattutto se non fanno una politica seria nell'interesse della collettività, l'esercito di quelli che snobberanno le urne è destinato a crescere.

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