giovedì 8 dicembre 2011

Un po' di equità in più

Editoriale Radio Onda Libera del 6 dicembre 2011
La manovra "salva Italia" costerà 635 euro a famiglia tanto peserà il decreto approvato l'altro ieri secondo lo studio della cassa di artigiani di Mestre, includendo le misure prese dal governo Berlusconi l'esborso è di 6402 euro in 4 anni. Una vera e propria stangata. Ci si aspettavano lacrime e sangue, ma in tale misura proprio no. Probabilmente questi interventi riusciranno a far quadrare i conti ma il rischio è di mettere in ginocchio l'economia del Paese.

Tra addizionali, Imu sulla casa, aumenti di Iva e prezzo di benzina, i rincari, è stato accertato, incide in proporzione sui redditi medio bassi che su quelli alti. E cosi pare proprio che il governo Monti così, causa tempi stretti, abbia dovuto partorito una manovra che ha il pregio di riavvicinare l'Italia al pareggio di bilancio e all'Europa  -  come dimostra la borsa direi -  ma fatica ancora a tener alta la bandiera dell'equità.
Il risultato finale però è il solito: a cantare e portare la croce, anche nell'era del governo tecnico, sono sempre gli stessi. Il costo medio per famiglia del decreto "aalva-Italia"  -  ha calcolato l'ufficio studi della Cgia di Mestre  -  sarà di 635 euro, mentre secondo le stime delle associazioni dei consumatori arriverebbe addirittura a 1700 euro.
Ma proprio i provvedimenti "lineari" nati per spalmare la manovra sulle spalle di tutti hanno il paradossale effetto di penalizzare di più chi già ha il fiato corto: i lavoratori dipendenti che guadagnano di meno. E questo non è giusto. Perfino la Chiesa invoca più equità nonostante ancora ancora una volta beneficiata dall'esclusione del pagamento dell'Ici. Per non parlare del forte no della Lega nord e dell'Italia dei valori e dei sindacati, mentre il Pd e il Pdl vogliono fare qualche ritocchino pensando alla base elettorale. 
Ora la manovra dovrà essere approvata ma non essendo il Vangelo potrà subire qualche modifica che va nella direzione, noi auspichiamo, di maggiori tagli della spesa pubblica e di maggiore giustizia sociale. I sacrifici bisogna farli ma almeno facciamoli fare in misura equa. Perché a pagare non siano sempre gli stessi.  

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